Eve Simmons su The Mail+ racconta la California e il suo rapporto con la cannabis dalla legalizzazione, avvenuta nel 2016.
Simmons nel suo servizio illustra quanto il consumo e la vendita di cannabis sia diventato normale (finanche elegante e in locali alla moda):
E non è necessario fumare la cannabis.
Si può mangiare, bere e farci il bagno, strofinarla sui punti dolenti e persino lavarsi i denti con il dentifricio alla cannabis.
Il cambiamento legale ha permesso lo sviluppo di un mercato che fattura quasi 10 miliardi di dollari all’anno e che frutta all’erario 3 miliardi in tasse; circa il 20% dei californiani fa uso dello stupefacente. Questa normalizzazione, prima ancora sociale che legale, ha anche degli aspetti negativi:
In una chiacchierata con il dottor Roneet Lev, medico d’urgenza allo Scripps Mercy Hospital di San Diego, mi dice: “È da un po’ che vediamo questi problemi: crolli depressivi, psicosi, pensieri suicidi, tutti legati alla cannabis. I pazienti sono persone normali, non disadattati.
Le ammissioni in pronto soccorso per abuso di cannabis sono aumentate da 1.400 nel 2015 a 16.000 nel 2019. Secondo Ziva Cooper (Centro per la cannabis e i cannabinoidi) i pazienti non hanno piena coscienza del danno e vedono nella cannabis una sostanza «salutistica».
Gli effetti sociali della legalizzazione della cannabis sono più complessi da analizzare: se da una parte non vi è stato impatto sperato sulle organizzazioni che trafficano lo stupefacente (anzi, il mercato nero è raddoppiato, mimando il contrabbando), dall’altra il non perseguire certi reati libera risorse della polizia.
I californiani rimangono in larga parte favorevoli alla legalizzazione, con il 68% che sostiene le misure adottate fino ad oggi. DW espone più nel dettaglio rischi e benefici della cannabis per la salute.
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