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La CEDU respinge i ricorsi per il riconoscimento di due madri e utero in affitto

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La Corte europea dei diritti dell’uomo ha dichiarato irricevibili due ricorsi: uno, presentato da due donne, per il riconoscimento di una “seconda madre” nell’atto di nascita estero; l’altro per la trascrizione integrale di un atto di nascita (sempre estero) dopo ricorso alla pratica dell’utero in affitto. Ne scrive l’ANSA.

È quanto si legge in una circolare del dipartimento per gli affari interni del Viminale diramata oggi, secondo cui la corte di Strasburgo, pur confermando la necessità del riconoscimento del rapporto tra il minore e il “genitore d’intenzione”, ha ribadito che rientra nell’ambito della discrezionalità di ciascuno Stato la scelta dei mezzi con cui pervenire a tale risultato, tra i quali si annovera il ricorso all’adozione del minore.

Il Fatto Quotidiano approfondisce le motivazioni dei giudici di Strasburgo: la Corte europea è concorde con le corti nazionali su di un intervento legislativo come unica strada per normare la materia ed evidenzia come i ricorrenti non abbiano utilizzato le possibilità fornite ad oggi dall’ordinamento (l’adozione) prima di presentare il ricorso.


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