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La censura genera martiri della libertà di parola

La censura genera martiri della libertà di parola

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In un’intervista pubblicata sul Corriere della Sera, Noam Chomsky riflette sulla politica statunitense spiegando come la cancel culture favorisca i repubblicani.

Lei è sempre stato un difensore accanito della libertà di parola, si sente a disagio davanti alla resistenza che spesso si incontra a discutere punti di vista diversi dai propri?

«La soppressione del free speech e la cancel culture non sono una novità. Potrei fornire moltissimi aneddoti personali: incontri interrotti, interventi della polizia per proteggermi. Ma quando tocca alla sinistra essere demonizzata nessuno ne parla. Ora succede che segmenti delle generazioni più giovani autodefiniti progressisti copiano alcune di queste tattiche, ed è sbagliato come principio e suicida dal punto di vista tattico: è un regalo alla destra. Se Charles Murray (controverso politologo ultra conservatore, ndr ) vuole fare un discorso al campus, e gli studenti fanno in modo che non parli, lui si vende come un eroe che difende la libertà di parola dai fascisti di sinistra, la sua popolarità cresce, Trump può usarlo nei suoi discorsi… ripeto, è suicida. L’esplosione di nuove preoccupazioni su razzismo e diritti delle donne sono tutte legittime, ma non quando sono perseguite in un modo che mina quegli stessi diritti».

 


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