Un articolo di NPR descrive le vicende dell’unica miniera statunitense di cobalto, situata nelle montagne dell’Idaho. Il cobalto stabilizza le batterie al litio, ed è un metallo essenziale per una vasta gamma di prodotti, dai cellulari alle auto elettriche. La maggior parte del cobalto nel mondo viene estratto in Congo, spesso peraltro in maniera inquinante e impiegando lavoro minorile, e la Cina e gli USA competono per il controllo della sua filiera: l’amministrazione Biden ha identificato l’approvvigionamento di questo materiale come una questione cruciale di sicurezza di nazionale.
Per tutte queste ragioni, l’apertura di una miniera di cobalto statunitense nel 2022 sembrava un buon affare, e l’inaugurazione nel 2022 si svolse in pompa magna. Nei mesi successivi, però, il prezzo del metallo declinò fino al punto che si sarebbe andati in perdita a estrarlo dalla miniera. In attesa che il prezzo salga di nuovo, la miniera è stata chiusa.
“We call this the great raw material disconnect,” says Casper Rawles of Benchmark Mineral Intelligence. (…) The costs are enormous. Between exploration, development, permits, and construction, opening a mine often takes a decade and costs hundreds of millions of dollars. “I think the stat, on average, is that one in a thousand mines makes it to production,” he says. And even if a mine does start producing, there’s a constant worry about the price of the stuff getting mined. And metal prices are notoriously volatile. That means a mine can go from a cash cow to a money pit almost overnight.
In the case of cobalt, says Rawles, there was a massive ramp up in production during the pandemic as people bought more devices than ever before. Markets are still flooded with supply. At the same time, he says, global demand for electric vehicles, especially in China, has declined. That combination has been enough to keep cobalt prices depressed for more than a year.
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