A cura di @BabylonSystem.
Sì, secondo una simulazione pubblicata di recente. I risultati evidenziano come il ruolo della fortuna sia largamente sottovalutato e forniscono diversi spunti di riflessione, specie se calati nella cultura della società contemporanea in cui vige quella che i tre studiosi definiscono una “meritocrazia naive”. Ossia l’idea che successo professionale ed economico siano quasi sempre un riconoscimento per chi “vale” di più e si impegna di più rendendo culturalmente più accettabili le diseguaglianze.
“Una certa quantità di talento è necessaria per avere successo nella vita”, si legge nello studio, “ma quasi mai i soggetti più dotati sono quelle che raggiungono il maggior grado di successo venendo regolarmente sopravanzati da persone con talento mediocre ma sensibilmente più fortunate”. Il punto chiave è che i mediocri sono molto più numerosi dei talentuosi e quindi l’effetto benefico del caso si spalma su una platea di potenziali beneficiari della buona sorte molto più ampia, accrescendo le probabilità che uno di loro ottenga successi importanti.
Lo studio è stato ripreso da un articolo del Fatto Quotidiano, da due post su Scientific American e Technology Rreview. Su Medium è stata anche presentata una contro-simulazione, che assegna maggior rilevanza al talento, ma sostanzialmente conferma i risultati del paper.
Immagine da Pixabay.
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