MaddMaths! propone un’intervista alla matematica Anne-Laure Dalibard e al fisico Sabrina Speich, entrambe studiose dei cambiamenti climatici. Pubblicata originariamente sul sito Images des Mathématiques, l’intervista – realizzata da Adrien Rossille – è stata tradotta per MaddMaths! da Roberto Natalini.
Adrien Rossille : Cosa vi ha condotto nella vostra carriera scientifica a studiare il clima, Sabrina Speich come fisica e Anna-Laure Dalibard come matematica?
Sabrina Speich : Ho sempre voluto studiare l’oceano. Avendo iniziato a studiare fisica, mi sono orientata verso l’oceanografia. Ho discusso la mia tesi di dottorato all’inizio degli anni ’90 e immediatamente il problema del riscaldamento climatico è diventato essenziale nello studio degli oceani. È in quel momento che si è iniziato veramente a studiarli in modo completo e preciso, fornendo i primi dati che hanno creato allarme sull’evoluzone del clima (attraverso il programma di ricerca World Ocean Circulation Experiment). Questa constatazione ha segnato profondamente l’oceanografia e ha messo la disciplina al centro degli studi sul riscaldamento climatico: cercare di capire l’oceano, di misurarlo, di modellizzarlo, di predire la sua evoluzione, è un modo di quantificare l’ampiezza del cambiamento climatico.
Anne-Laure Dalibard : Da parte mia, ho iniziato la mia carriera di matematica interessandomi ai problemi multi-scala, che legano i fenomeni macroscopici a modelli microscopici. La mia tesi di dottorato era sull’omogeneizzazione, e poi ho lavorato con Laure Saint-Raymond, sui modelli di strato limite in oceanografia. Mi è piaciuto molto lavorare su questi temi, poiché sono modelli che vengono formulati in modo semplice, ma che pongono problemi matematici molto complessi, il cui studio ha bisogno in permanenza dello sviluppo di nuovi strumenti teorici. Inoltre, sono molto legati al mondo reale, poiché questi modelli servono a predire il comportamento dei sistemi che ci circondano.
Immagine da Wikimedia.
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