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La realtà dei “capitribù” cinesi in Africa

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Negli scorsi anni, è nato un crescente interesse verso i Cinesi che sono stati nominati “capotribù” o “capo” in Africa, riporta il sito Sixth Tone. Si tratta di un fenomeno su cui circolano molte leggende, a volte promosse anche dai capi stessi sui social. Non è vero che queste persone abbiano propri eserciti, possiedano vaste tenute, e si dedichino alla poligamia; allo stesso tempo, i timori sul fatto che rappresentino l’ennesima espressione del neocolonialismo cinese nel continente sono quantomeno esagerati.

In realtà i capi cinesi sono molto pochi (24 o poco più), e non sono affatto un fenomeno unico. La posizione di “chieftain” ha una storia lunga e complessa, ma negli stati africani in cui questa carica esiste ancora, si tratta di una posizione con poteri limitati: la loro rilevanza è però aumentata negli ultimi trent’anni, in seguito alla crescente democratizzazione e alla minore importanza dello stato centrale. Di solito si tratta di figure con poteri informali che connettono la società ai politici e alle agenzie di sviluppo internazionale. Nominare uno straniero “capo” può avere vari scopi: promuovere i contatti con le aziende o gli istituti per cui lavora, dare un semplice titolo onorario, o renderlo un rappresentante del gruppo di stranieri a cui appartiene. I capi cinesi, parte di una crescente comunità cinese nella regione, si distinguono per essere prevalentemente imprenditori, ma sono comunque solo una parte degli stranieri che hanno ricevuto questo titolo (in Ghana, fra i 54 capi stranieri quelli cinesi sono solo due).

Il 1° dicembre 2019, Li Manhu, un giovane proveniente dalla regione autonoma cinese di Ningxia, ha pubblicato un video su Douyin in cui svolgeva i suoi compiti da capotribù in Nigeria. Il video, che ha attratto più di 420.000 visualizzazioni e quasi 7.000 commenti, è solo uno dei 139 video che Li ha pubblicato sulla sua vita da capo, contenuti che gli hanno fatto guadagnare mezzo milione di follower sulla piattaforma. (…) In qualità di capo dell’infrastruttura premiato mentre lavorava per il gruppo CGCOC di proprietà statale, Li ha parlato nei suoi video dei privilegi della capitaneria, tra cui il diritto di sposare più donne, di trasmettere il suo titolo e di governare terre libere da interferenze governative.

Sebbene alcune di queste affermazioni abbiano basi reali, sembra che Li le esageri per ottenere un effetto. Non ho ancora trovato capi cinesi che abbiano preso mogli multiple; pochi portano i loro figli o familiari in Africa, figuriamoci l’intenzione di trasmettere i loro titoli; e sebbene alcuni capi cinesi abbiano ricevuto terre, è meglio pensarli come custodi, piuttosto che come proprietari indipendenti di terre.


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