A cura di @s1m0n4.
Il romanzo di Ayn Rand rimane uno dei libri più letti negli Stati Uniti a 60 anni dalla sua pubblicazione.
In questo articolo Nate Russell difende il romanzo dalle critiche mosse da Thom Hartmann, nello specifico:
Pensate sul serio che se tutti gli imprenditori facessero sciopero la società collasserebbe?
In realtà non lo sostiene neanche Ayn Rand, che identifica nell’altruismo, ovvero l’esaltazione del sacrificio a vantaggio di altri, il fattore principale che determina il fallimento di una società.
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Descrive invece un meccanismo che si autoalimenta a discapito degli individualisti, i quali, attraverso burocrazia e regolamentazioni insensate, vengono manipolati ed espropriati “in nome del popolo”.
Due personaggi del libro, James Taggart e Orren Boyle, sono ricchi imprenditori e artefici dei cambiamenti politici verso una redistribuzione delle ricchezze. Contrapporre ricchi vs tutti gli altri non è quindi corretto.
Rand non disprezza la classe media, al contrario la considera il cuore pulsante di una libera economia di mercato, come si può dedurre dalle sue stesse parole.
The middle class is the heart, the lifeblood, the energy source of a free, industrial economy, i.e., of capitalism; it did not and cannot exist under any other system; it is the product of upward mobility, incompatible with frozen social castes. Do not ask, therefore, for whom the bell of inflation is tolling; it tolls for you. It is not at the destruction of a handful of the rich that inflation is aimed (the rich are mostly in the vanguard of the destroyers), but at the middle class.
Immagine da Max Pixel.
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