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La storia della chiesa di Charleston

La storia della chiesa di Charleston

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La chiesa della strage in South Carolina non è un posto qualsiasi: ha una lunghissima storia di attivismo per i diritti civili e violenze ricevute. Il Post traduce un articolo di Slate che ne parla.

I riferimenti sottostanti invece sono a cura di @loveforty.
Per fare un po’ di ordine: è il 1813. Il calzolaio Morris Brown, stufo della segregazione a cui una chiesa metodista di Charleston (South Carolina), lo costringe, decide di fondare la prima chiesa nera del Sud degli Stati Uniti. Denmark Vesey, uno schiavo, si unisce ai fondatori della chiesa, che per molti anni rimarrà segreta – ma verrà comunque bruciata dalla comunità bianca. Vesey troverà la morte per impiccagione, dopo che alcuni suoi sermoni presso la chiesa episcopale africana fondata da Brown verranno utilizzati come prova di un complotto per sollevare una rivolta degli schiavi.

Duecentodue anni dopo la sua fondazione, la Emanuel’s AME Church è teatro dell’uccisione di nove persone di colore. L’assassino è Dylann Roof. Il quadro non è ancora completo; compagni di scuola e amici lo descrivono come un personaggio bizzarro, spesso incline a battute a sfondo razziale, e che negli ultimi anni si era fatto più introverso. Un compagno di liceo afferma che Dylann stesse pianificando “qualcosa”, una guerra civile. Dylann Roof ha usato la pistola regalatagli da suo padre per il ventunesimo compleanno, in alcune foto porta un giubbotto con le bandiere della Rhodesia e del periodo dell’apartheid, e sulla targa della sua berlina c’è la bandiera dei confederati.

Meanwhile, nel fatato mondo di Reddit (dove vengono bannate pagine che incitano alle molestie verbali contro le persone grasse, o che tifano per il gas contro i giudei), alcune pagine dai contenuti razzisti sono sotto l’occhio dei riflettori, e tuttora attive, e per la maggior parte, in festa per i fatti di Charleston.

Per chiudere il cerchio, una panoramica su che aria si respiri in South Carolina, dove la bandiera dei confederati sventola sullo State Capitol di Columbia, e accanto alla quale c’è la statua di Benjamin Tilmman, governatore dello Stato di fine ‘800 (la cui linea di pensiero era qualcosa del tipo “Noi del Sud non abbiamo mai riconosciuto i diritti dei negri, e mai lo faremo. Non abbiamo mai creduto all’uguaglianza tra umo bianco e uomo nero”). E infine un’istantanea su Obama, più triste e scoraggiato che altre occasioni precedenti, durante la sua dichiarazione ufficiale a seguito dell’episodio in questione.


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