Ripercorrendo il podcast Polvere, la serie audio in otto puntate sull’omicidio Marta Russo realizzata da Chiara Lalli e Cecilia Sala, Davide Grillo e Christian Raimo riflettono su Il Tascabile su come nel nostro tempo cronaca nera e attività investigativa e giudiziaria si influenzino reciprocamente spesso a scapito della verità.
Davide Grillo: “Due assistenti universitari non sono stati arrestati perché nel cassetto della loro scrivania c’era l’arma del delitto, perché avevano un movente per uccidere o perché hanno confessato di aver sparato in testa a una ragazza. Sono stati arrestati per un granello di polvere.” Si apre così la serie podcast Polvere, otto puntate nelle quali Chiara Lalli e Cecilia Sala ricostruiscono il caso dell’omicidio di Marta Russo (Lalli era all’università la mattina dell’omicidio, Cecilia Sala ha avuto come insegnante Giovanni Scattone) avvenuto il 9 maggio 1997 in una stradina interna della città universitaria della Sapienza di Roma.
Polvere è il risultato di un anno di studio e di ricerca tra le carte, le registrazioni delle udienze e degli interrogatori, le registrazioni telefoniche, le interviste agli esperti, ai protagonisti, agli amici, ai testimoni, agli inquirenti e a tutte le persone coinvolte direttamente o indirettamente che si sono prestate. Una controindagine scritta ventitré anni dopo, a partire da una storia straordinaria, tanto da essere una fiction perfetta, in alcuni casi perfino esagerata nella quantità di piste possibili e incredibili dettagli (la scoperta di arsenali nascosti alla Sapienza, una testimone chiave sospettata di essere una collaboratrice della polizia, perizie basate su forzature quasi risibili), con il solo inconveniente di essere una storia vera.
Immagine da Pixabay
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