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Soldaten: l’abitudine ad uccidere

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9L’appasionato di storia Metal Mike Free Man presenta il libro Soldaten (scritto da Neitzel e Welzer, uno storico e uno psicologo). Il libro riporta le interecettazioni ambientali dei prigionieri di guerra tedeschi detenuti nei campi alleati e analizza il rapporto dell’esercito con la violenza.

Sganciare bombe è diventato un bisogno, ti stuzzica proprio. È una bella sensazione, è quasi bello come ammazzare qualcuno.

Metal Mike si concentra sui piloti della Luftwaffe. La figura degli aviatori come «cavalieri del cielo» (per via della migliore istruzione, di un combattimento meno cruento di quello che vivevano i soldati a terra e di uno spirito cavalleresco verso i piloti nemici) si infrange nelle intercettazioni riportate. Gli incaricati al bombardamento raccontano essi stessi come si passasse in breve tempo da dolore, ad indifferenza, a gioia nelle azioni belliche contro i civili.

L’intercettazione principale è quella tra il tenente Paul (pilota) e Meyer (osservatore mitragliere). Se uno degli interlocutori ha ancora chiara la brutalità della guerra e i limiti da non superare, l’altro ha quasi immediatamente accettato il piacere della violenza verso i propri simili: «Mi è spiaciuto per i cavalli, per le presone nemmeno un po’» è il commento riguardo ai bombardamenti sulle città polacche nelle prime fasi della guerra.

Il quadro narrato è inquietante dove i soldati in questione (piloti della Luftwaffe, non necesariamente convinti nazisti), dimostravano una facilità a assuefarsi alla violenza e al suo uso indiscirminato contro militari e civili, arrivando ad uccidere qualcuno «con le proprie mani» e senza un obiettivo strategico od ordine impartito.


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