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Le elezioni nel Regno Unito

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Oggi 7 maggio, alle 7 del mattino (ora locale), sono iniziate le elezioni nel Regno Unito. Questa sera faremo un liveblog dello scrutinio dalle ore 20.00 circa.
Nel frattempo, ecco alcune informazioni di ripasso.

Il Regno Unito vota per scegliere il Parlamento, il premier “uscente” è David Cameron, del partito conservatore. Come riporta il Post, questa è una delle votazioni più incerte degli ultimi tempi. I due partiti maggiori, infatti, si dividono lo stesso numero di seggi (stando ai sondaggi):

Schermata del 2015-05-06 22:38:45Fonte: Guardian, dove trovate anche altri dati più specifici

Qualche informazione su come funziona la ripartizione dei seggi
Il Regno Unito è formato da 650 collegi uninominali, viene eletto chi ha ottenuto la maggioranza relativa dei voti (è quindi un sistema maggioritario uninominale). In ogni collegio si può votare il candidato scelto dal partito, e solo quello, sarà poi il leader a prendere la carica di primo ministro (anch’egli eletto all’interno del proprio collegio di riferimento). Il partito che avrà la maggioranza dei seggi potrà formare il governo. In queste votazioni, però, è appunto molto probabile che si formerà uno hung parliament, con tre scenari possibili:

  • una minoranza guidata da un singolo partito, sostenuta da una maggioranza con una serie di accordi ad hoc o da voti legge per legge. Il Guardian commenta quest’opzione dicendo «The ex-cabinet secretary, Gus O’Donnell, has said that this would be a “fresh leap into the unknown” but could be more stable than many commentators predict. The Fixed-term Parliaments Act provides a nuclear option of calling an early second election, the threat of which is likely to provide stability».
  • Un accordo formale tra partiti, come il Lib-Lab (Liberal Labour party) del 1977-1978.
  • Una coalizione di governo formale, con ministri di più partiti ed una maggioranza di membri del parlamento (MP) nella Camera dei Comuni.

Per chi si vota (qui i punti dei programmi in italiano, da Internazionale):

I temi più caldi della campagna elettorale sono: il sistema sanitario (NHS), la crisi economica, le tematiche legate all’immigrazione e quelle sull’Unione Europea.
Si parla poi molto dello SNP (gli indipendentisti scozzesi) per riflesso del referendum sull’indipendenza scozzese del 2014, ma anche perché potranno dare dei problemi al Labour portando via dei seggi (lo SNP è infatti considerato più a sinistra) e dando più spazio di manovra a Cameron – ma allo stesso tempo, Cameron teme una coalizione tra SNP e Labour.

Il “cabinet manual” dice chiaramente che, in caso di hung parliament, il Primo ministro uscente rimane in carica per formare un governo, ma è perfettamente accettato che anche il candidato dell’opposizione faccia lo stesso. Se è il candidato dell’opposizione a trovare un accordo stabile, il Primo ministro uscente è costretto a dimettersi. Cameron ha già cercato di portare Nick Clegg dalla sua parte, con quest’accordo: «Clegg has promised Cameron a clear run on an EU referendum in return for his four red lines on tax, education, health spending and a stability budget».
Questo comunque non vuol dire che le coalizioni siano già predisposte, anzi: il sistema inglese non ha vere e proprie regole. Niente vieta per esempio ai Liberal di iniziare delle trattative di coalizione con Tory e Labour nello stesso momento.

E se volete fare un test per vedere in quale partito potete ritrovarvi, ecco qui un link al solito Guardian.

Immagine CC BY 2.0 di Tony Moorey da Wikimedia Commons.


Dai commenti:
E se il leader del partito che vince le elezioni non riesce a conquistare il suo seggio? Se lo chiede @Kappa, e @VDT risponde con un intervento molto interessante e articolato.
@Il Pisquano riporta la storia a bivi delle combinazioni dopo la conta dei voti.


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