Nel luglio 2020 emerse sui media un’operazione di polizia internazionale in Europa che aveva compromesso in modo radicale, con un hacking massivo ma dai dettagli ancora oggi poco definiti, Encrochat, un fornitore di “telefoni sicuri” (degli Android modificati con applicazioni di cifratura ad hoc, e un servizio di gestione da remoto che prometteva assistenza e cancellazione sicura in emergenza), che secondo le autorità era usato in modo prevalente se non esclusivo da membri della criminalità per gestire i loro traffici (e che utilizzava “opachi canali di distribuzione, ben diversi da canali commerciali normali”, come hanno dichiarato gli inquirenti). A distanza esatta di tre anni, con una conferenza stampa, Europol, Eurojust e le autorità francesi e olandesi hanno dato ulteriori dettagli su tutta l’operazione e i suoi risultati (di cui avevo scritto al tempo qua in newsletter; e poi ancora in un approfondimento su Encrochat, e su come funzionavano i suoi dispositivi e altri servizi simili in questo articolo).
E dunque stiamo parlando di più di 6.500 arresti in tutto il mondo e del sequestro di quasi 900 milioni di euro dopo tre anni di indagini. Ma anche del sequestro di 100 tonnellate di cocaina, 160 tonnellate di cannabis, tre tonnellate di eroina e di oltre 900 armi e migliaia di munizioni. Di 115 milioni di messaggi intercettati e analizzati.
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