The Council on Foreign Relations pubblica un’analisi sulla natura economica delle Olimpiadi e i segni in bilancio che comporta per i paesi ospiti.
Nel corso degli anni i costi a carico degli organizzatori sono sempre andati in crescendo e tutti i paesi che hanno ospitato di recente le Olimpiadi hanno sforato il proprio budget, mentre sempre più critici iniziano a dubitare che aggiudicarsi tale evento sia un evento positivo per l’economia nazionale.
Per gran parte del ventesimo secolo, l’organizzazione dei Giochi Olimpici era un onere gestibile per le città ospitanti. Gli eventi si svolgevano in paesi ricchi, principalmente in Europa o negli Stati Uniti e, prima delle trasmissioni televisive, non ci si aspettava che i giochi generassero profitto. Invece, i giochi erano finanziati pubblicamente, con certi paesi meglio posizionati per sostenere i costi grazie alle loro economie più grandi e alle loro infrastrutture più avanzate.
Gli anni Settanta segnarono un punto di svolta, scrive l’economista Andrew Zimbalist, autore di tre libri sull’economia olimpica. I giochi stavano crescendo rapidamente: il numero di partecipanti alle Olimpiadi estive era quasi raddoppiato rispetto all’inizio del XX secolo e il numero di eventi era aumentato di un terzo negli anni Sessanta.
Nel 1972, Denver è diventata la prima e unica città prescelta per ospitare i Giochi a rifiutare l’opportunità di ospitarli dopo che gli elettori hanno approvato un referendum che rifiutava ulteriori spese pubbliche per i Giochi.
Le Olimpiadi estive del 1976 a Montreal simboleggiarono i rischi di ospitare i Giochi. Il costo previsto di 124 milioni di dollari si rivelò essere miliardi di dollari inferiore al costo effettivo, lasciando ai contribuenti della città circa 1,5 miliardi di dollari di debito.
Questa situazione conobbe una svolta con le Olimpiadi di Los Angeles del 1984.
La città poté fare affidamento quasi interamente su stadi e infrastrutture esistenti. Questo, combinato con un forte aumento dei ricavi delle trasmissioni televisive, rese Los Angeles l’unica città a realizzare un profitto ospitando le Olimpiadi, con un surplus operativo di 215 milioni di dollari.
Il successo di Los Angeles portò a un aumento delle città che si candidavano per ospitare i Giochi, passando da due per le Olimpiadi del 1988 a dodici per quelle del 2004. Questo permise al CIO di scegliere le città con i piani più ambiziosi e costosi. Inoltre, Paesi come Cina, Brasile e Russia investirono enormi somme per creare le infrastrutture necessarie, con costi che raggiunsero oltre 50 miliardi di dollari per le Olimpiadi Invernali del 2014 a Sochi, 20 miliardi per le Olimpiadi Estive del 2016 a Rio de Janeiro e 39 miliardi per le Olimpiadi Invernali del 2022 a Pechino, secondo le stime di Business Insider (la Cina dichiarò che i giochi costarono solo 4 miliardi di dollari).
I costi dei giochi olimpici sono molteplici: per organizzarli le città devono ampliare e migliorare le strutture sportive, potenziare i trasporti pubblici, rendere disponibili alloggi per i flussi di spettatori, creare un Villaggio Olimpico con servizi annessi, aumentare le misure di sicurezza e spesso questi eventi si lasciano dietro costi difficilmente ammortizzabili, come il gigantesco stadio di Pechino 2008 che rimase inutilizzato fino ai Giochi Invernali del 2022.
Ma a quanto ammontano i benefici?
Quali sono le stime preventive per Parigi 2024?
Parigi ha preventivato circa 8 miliardi di dollari per le Olimpiadi del 2024 quando ha vinto la candidatura nel 2017. Da allora, la città ha aumentato il budget di diversi miliardi. Secondo un’analisi di S&P Global Ratings, i costi sono equamente suddivisi tra spese operative e nuove infrastrutture. Se il costo finale rimarrà in quella fascia, Parigi ospiterà le Olimpiadi estive più economiche degli ultimi decenni.
Gli organizzatori affermano che l’utilizzo quasi esclusivo di sedi esistenti, come quelle costruite per il Roland Garros e il Campionato Europeo di Calcio del 2016, ha contribuito a contenere i costi. I giochi saranno inoltre distribuiti in stadi di altre città francesi, tra cui Lione, Marsiglia e Nizza. Tuttavia, Parigi ha comunque speso 4,5 miliardi di dollari in infrastrutture, inclusi 1,6 miliardi per il Villaggio Olimpico, il cui prezzo è almeno un terzo in più rispetto al budget iniziale.
In conclusione, abbassare gli oneri di organizzazione dei Giochi Olimpici è una questione molto pressante, perché il loro svolgimento possa rimanere una certezza. Il ventaglio delle soluzioni è molto ampio e passa dalla riforma del processo di selezione della città olimpica in modo che premi progetti economicamente più modesti a idee più radicali come imporre requisiti macroeconomici ai paesi candidati o la nomina di una città Olimpica permanente.
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