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L’emergenza e il coprifuoco: cartolina da Santiago

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In un articolo pubblicato su Il Tascabile, Ernesto C. Sferrazza Papa, riflettendo sulle ragioni della crisi sociale cilena, sostiene che dietro la risposta securitaria del governo alle proteste esplose lo scorso ottobre nella Regione Metropolitana di Santiago ci sarebbero ragioni politiche.

Per ricostruire la situazione cilena e le ragioni della protesta è necessario inquadrare l’attuale scenario in un immaginario ben preciso che l’attuale governo ha abilmente cavalcato e fomentato, e per il quale, va sottolineato, è stato legittimamente eletto. Il Cile incarna a tutti gli effetti quel miraggio di felicità di cui il “neoliberalismo”, spesse volte evocato come un mostro che popola i sogni di alcuni e gli incubi di altri, si nutre: educazione eccellente, sanità efficiente, quartieri sicuri. Un sistema di trasporti in superficie e sotterraneo all’avanguardia. La possibilità di accedere a quei beni, a quei privilegi, a quelle esperienze che altri modelli negano. Il tutto in un pezzo di mondo, l’America Latina, che generalmente soffre ben altre condizioni. Il Cile si è, negli anni, fregiato di questo contrasto.

Ora, questa oasi effettivamente esiste, e sarebbe disonesto negarlo. Il punto è che il suo ingresso è ben presidiato. Direi sbarrato. La realtà materiale del Cile, se si guarda appena oltre il velo della propaganda che lo dipinge come il paradiso latino, se si guarda oltre le tabelle che vengono tirate fuori per dipingere i lamenti di una popolazione come dettati da una “errata percezione”, è quella di un paese segnato da una pesantissima disuguaglianza sociale, economica, culturale, nel quale le condizioni di vita delle classi privilegiate non condividono nulla delle condizioni della maggioranza del paese. Le istituzioni private, proclamate come eccellenze del Sud America, forniscono altissime prestazioni in materia di istruzione e sanità, ma risultano inaccessibili alla maggior parte dei cileni, a coloro che vivono con un salario minimo di 301.000 pesos (circa 370 euro) e devono accontentarsi di servizi di ben altra qualità.

Immagine da pchere.


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