Il magazine online Rivista Studio pubblica un articolo dal titolo “Già nel 1986, in un’intervista della Rai, Netanyahu mostrava di essere un estremista“, nel quale analizza una storica intervista del 1986 tra Giovanni Minoli e Benjamin Netanyahu, evidenziando come già allora il futuro premier israeliano mostrasse posizioni estremiste e una visione rigida del conflitto israelo-palestinese.
Nel 1986, Benjamin Netanyahu, allora 38enne e ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite, fu ospite del programma televisivo italiano Mixer, condotto da Giovanni Minoli. L’articolo ripercorre i momenti salienti di quell’intervista, sottolineando due aspetti principali: la fermezza con cui Minoli incalzava Netanyahu e la radicalità delle risposte di quest’ultimo.
Minoli non esitava a mettere in discussione le affermazioni di Netanyahu:
Un esempio: quando Netanyahu definisce Arafat «un terrorista», Minoli lo interrompe dicendo: «Come si può parlare di terrorismo se dietro ai guerriglieri c’è un popolo, quello palestinese, che si ribella?». Un altro esempio: sempre parlando di Arafat, Minoli ribatte a Netanyahu dicendo «ma lei sta mettendo nello stesso calderone Arafat, che condanna gli attentati, con Abu Nidal, che li rivendica. Le sembra giusto?»
Netanyahu, dal canto suo, manteneva una posizione intransigente. Definiva il terrorismo come “l’attacco deliberato e sistematico contro civili innocenti per fini politici”, attribuendone le radici al “radicalismo ideologico comunista” e al “fondamentalismo islamico”. Secondo lui, la causa palestinese non mirava alla liberazione, ma alla “liquidazione” dello Stato di Israele. Sosteneva che la campagna contro gli ebrei fosse iniziata ben prima della nascita dello Stato israeliano, e che l’obiettivo fosse sempre stato la distruzione, non la costruzione.
L’articolo invita il lettore a confrontare le parole di Netanyahu di allora con quelle di oggi, suggerendo che la sua visione del conflitto non sia cambiata nel corso degli anni. La puntata di Mixer, disponibile su RaiPlay, diventa così un documento storico che mostra come certe posizioni politiche siano rimaste immutate per decenni.
In sintesi, l’intervista del 1986 offre uno spaccato potente del pensiero di Netanyahu e del clima politico dell’epoca, ma anche della capacità del giornalismo italiano di porre domande scomode e stimolare un confronto diretto su temi complessi e controversi


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