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L’impossibilità di emendare la costituzione americana

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Un lungo ed accurato articolo di Jill Lepore sul New Yorker cerca di fare il punto sull’immobilismo che sembra aver colpito la Costituzione statunitense.

La costituzione americana è in vigore da più di due secoli, un risultato che sembrerebbe sorprendente persino ai Padri Fondatori. Addirittura, Thomas Jefferson era dell’idea che la Costituzione sarebbe rimasta funzionante per non più di 19 anni. Gran parte della sua longevità può essere attribuita al meccanismo di modificadella Costituzione stessa.

In 1787, the men who wrote the Constitution added a provision for amendment—Article V—knowing that changing circumstances would demand revision. To amend meant, at the time, to correct, to repair, and to remedy; it especially implied moral progress, of the sort that you indicate when you say you’re making amends or mending your ways. The idea for an amendment clause, a constitutional fail-safe, came from the states, where people demanded that their constitutions be revisable, “to rectify the errors that will creep in through lapse of time, or alteration of situation,” as one town meeting put it. No single article of the Constitution is more important, the Framers believed, because, if you couldn’t revise a constitution, you’d have no way to change the government except by revolution.

Il processo è complessoe richiede due passaggi a maggioranze qualificate. Anzitutto, un emendamento deve essere approvato da entrambi i rami del Congresso, Camera e Senato, con una maggioranza dei due terzi. A questo punto, l’emendamento viene inviato per la ratifica da parte dei singoli stati. Tre quarti degli Stati devono completare il processo di ratifica perché l’emendamento sia definitivamente approvato. Data la complessità del processo, non sorprende che dei più di 10000 emendamenti presentati al Congresso, solo 27 siano effettivamente diventati legge. Ma l’analisi di questi tentativi rivela schemi interessanti.

Looking at them all at once, straight off, you can see patterns. Most successful amendments involve a constitutional settlement in the aftermath of a political revolution. Ratifications have come, mostly, in flurries: first during the struggle over the Constitution itself, when its critics secured ratification of amendments one through ten, the Bill of Rights; then during the Civil War and Reconstruction, a second founding, marked by the ratification of amendments thirteen through fifteen; and, finally, during the Progressive Era, when reformers achieved amendments sixteen through nineteen. Scattered amendments have been ratified since, notably the Twenty-fifth, which established a procedure in the event of Presidential debility, and the Twenty-sixth, which lowered the voting age to eighteen. The Twenty-seventh Amendment, concerning congressional salaries, was ratified in 1992, but it was first proposed in 1789. All of these have been one-offs, rather than part of efforts to constitutionalize political revolutions.

Questo processo di aggiornamento costituzionale, già lento di per sé, si è però sostanzialmente arrestato dopo il 1971. La crescente polarizzazione politica negli Stati Uniti ha reso impossibile qualunque ulteriore mofifica della Costituzione. Questo vuoto è stato riempito dall’attività della Corte Suprema, che ha continuato ad adattare la Costituzione tovando nuovi modi di leggerla ed interpretarla. Tuttavia, nel bene e nel male, la Corte è l’istituzione meno democratica, meno direttamente legata alla volontà popolare.

Madison worried that putting constitutional matters to the people directly was an experiment “of too ticklish a nature to be unnecessarily multiplied.” Then again, plainly the people ought to have a greater role than they have when no amendments are any longer even sent to the states.

Nello scenario politico attuale, l’Articolo V della Costituzione ha chiaramente smesso di funzionare. Giuristi di stampo progressista, ma anche conservatori, hanno proposto di intervenire variamente, proponendo di ridurre le maggioranze qualificat necessarie oppure di renderle più rappresentative dell’attuale popolazione dei vari Stati. Ma il punto fondamentale sarebbe capire perché la Costituzione si è rotta in maniera così evidente. Possiamo chiaramente identificare il momento in cui questo evento è successo: fu nel 1973, quando il Congresso approvò l’Equal Rights Amendment e lo mandò alla ratifica degli Stati. Questo emendamento, che sarebbe servita a garantire l’uguaglianza tra i sessi in costituzione, era un obiettivo primario del movimento femminista e tutti gli osservatori si sarebbero aspettati una ratifica rapida e unanime. Invece, non fu così. I conservatori montarono una feroce campagna pubblica, sfruttando anche l’opposizione all’aborto, legalizzato lo stesso anno dalla Corte Suprema. Questa campagna riuscì ad ostacolare l’approvazione dell’emendamento e, in definitiva, chiuse ogni speranza per ogni futura modifica costituzionale.


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