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Lo smartworking è morto

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L’Espresso decreta la morte del lavoro da remoto: è stato una scelta obbligata durante la pandemia ed era considerato una svolta irreversibile.
Ma ora il “sogno” di lavorare da casa si è già infranto, con le grandi società che richiamano i dipendenti in sede. E la diffusione di modelli ibridi.

«Ci si sta orientando per un lavoro ibrido: in remoto qualche giorno alla settimana, di solito non più di due, e gli altri in ufficio», spiega Alfonso Fuggetta, a capo di Cefriel, il centro di formazione e innovazione del Politecnico di Milano. «I modelli sono tutti in divenire. Noi per esempio non abbiamo tolto nessuna scrivania, a costo di vederla vuota a giorni alterni. Le cassettiere, le foto, le cose che creavano il vecchio ufficio tradizionale restano sempre al loro posto».


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