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L’Ucronia e la storia come genere narrativo

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Su Il Tascabile Stefano Trucco in una lunga riflessione ci parla dei grandi esempi e della struttura del genere della «storia alternativa», nel quadro più grande della letteratura.

L’Ucronia è quel genere letterario in cui si cambia un evento passato e si descrive l’effetto provocato sulla Storia condivisa per mezzo di un romanzo o serie di romanzi, di un racconto o di un saggio speculativo. L’evento cambiato è solitamente storico (il più popolare è certamente ‘se i nazisti avessero vinto la Seconda Guerra Mondiale, seguito da ‘se il Sud avesse vinto la Guerra Civile americana’ e ‘se la Chiesa Cattolica avesse schiacciato la Riforma Protestante’). […]

Le origini del genere sono francesi e alte: il primo romanzo propriamente ucronico è Napoléon et la conquête du monde (1836), di Louis-Napoleon Geoffroy-Chateau, che descrive come Napoleone riuscì a conquistare il mondo intero (edizione italiana di lusso per FMR).

Stefano Trucco parte da un libro particolare, un romanzo ucronico dal titolo For want of a nail. If Burgoyne had won at Saratoga, che Robert Sobel (1931-1999), storico dell’economia e professore alla Hofstra University di New York, pubblicò nel 1973.

La prima metà del libro è dominata da figure storiche impegnate a recitare parti differenti; figure importanti scompaiono mentre altre, minori, salgono alla ribalta. Poi, man mano, i personaggi ‘reali’ svaniscono (ma non del tutto: ogni tanto nelle note a piè pagine spunta, che so, un William Randolph Hearst o Thomas Edison) e i personaggi inventati si prendono l’onere di far andare avanti la Storia.

Secondo Trucco il libro di Sobel non ha la struttura classica di un romanzo tradizionale, pur senza poter essere considerato un romanzo sperimentale:

Questo non tanto per il carattere e le probabili intenzioni di Sobel (satira accademica e discussione di teorie socio-economiche) quanto perché il mainstream letterario ha da tempo espulso la Storia dal suo recinto, recinto nel quale non sembrano esserci problemi per la Storia come testimonianza personale e addirittura per il giornalismo.

La lunga passeggiata tra storia e letteratura di Stefano Trucco si conclude con una critica alle ucronie, firmata da Emmanuel Carrère: secondo lo scrittore francese questo genere sarebbe uno «svago inutile e malinconico». Il romanzo ucronico funzionerebbe molto bene come romanzo (con il lettore attratto dall’oleografia del verosimile) ma molto poco come strumento di lotta politica.

Però una volta ammesso il principio l’Ucronia stessa come genere narrativo diventa inutile per lo storico: ogni evento è connesso agli altri da tanti di quei legami che solo la mente onnisciente postulata da Laplace potrebbe calcolare tutte le conseguenze di un cambiamento del già stato, grande o piccolo che sia. Alla fin fine ‘l’Ucronia è una Storia governata dal desiderio’, conclude Carrére. Quello, oppure la paura.


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