La startup Superhuman – che produce una app/client email per ora solo su invito e a pagamento – è stata al centro di un gran polverone quando è emerso che le email inviate con tale strumento permettevano ai mittenti di tracciare in modo dettagliato i destinatari. Quando aprivano la mai, quante volte, l’orario e da dove.
A esporre in modo dettagliato la questione è stato un post di Mike Davidson, ex vice president per il design di Twitter, che è diventato virale ed è stato ripreso da vari media. Davidson ha spiegato che questo tracciamento avviene attraverso un pixel di tracking (di tracciamento) nascosto nelle mail inviate. Ma la cosa ancora più innervosente è che questa funzionalità viene definita da Superhuman “conferma di lettura”. Tuttavia è ben diversa dalle conferme di lettura cui si è abituati da tempo. È imposta ai destinatari senza il loro consenso, e non si può fare l’opt-out. E non è solo una conferma: se la si apre dieci volte, il mittente vedrà tutte le volte in cui è stata aperta, a che ora e da quale città. “Chiedetevi se vi aspettate che queste informazioni siano raccolte e inviate a un vostro genitore, figlio, coniuge, collega, venditore, ex, sconosciuto, o stalker, ogni volta che leggete una mail”, scrive Davidson. “Sebbene alcuni software per l’invio di massa di email abbiano usato tecnologie simili per tracciare i tassi di apertura, la risposta è no: la maggioranza delle persone non si aspetta questo. La gente ragionevolmente si aspetta che quando – e soprattutto dove – aprano una mail siano affari loro”. E poi ancora: “Superhuman insegna ai suoi utenti a sorvegliare di default”.
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