Nel 150° anniversario dalla nascita di Guglielmo Marconi il BoLive racconta in una serie di articoli il contributo di questo visionario inventore e imprenditore alla storia delle telecomunicazioni.
Nel primo episodio della serie il BoLive aveva pubblicato un articolo di Federica D’Auria intitolato “Marconi 150: le origini del wireless. L’antenna a monopolo”:
Questa storia non poteva non cominciare dalla celebre antenna a monopolo nella residenza familiare di Villa Griffone, dove Marconi condusse numerosi esperimenti con le onde elettromagnetiche e realizzò i primi rudimentali apparecchi per la radiotrasmissione. Nel 1895 il giovane inventore costruì un’antenna verticale che posizionò oltre la collina dei Celestini, a circa due chilometri di distanza dalla villa. L’esperimento in questione fu la prima dimostrazione della capacità delle onde elettromagnetiche di superare un ostacolo fisico naturale, come una collina. Il segnale inviato dell’antenna trasmittente fu infatti rilevato da quella al di là della collina e presidiata dal fratello Alfonso, che seguì le istruzioni del fratello e sparò in aria un colpo di fucile per confermare la riuscita dell’impresa. Oggi quell’esperimento casalingo viene ricordato come l’invenzione del sistema di comunicazione wireless e il primo traguardo nella storia delle trasmissioni a distanza via etere.
Per questo secondo episodio Federica D’Auria scrive un pezzo intitolato “Marconi 150: tra la terra e il mare. Il brevetto 7777 e il detector magnetico” nel quale approfondisce la tecnologia protetta dal **brevetto 7777**, che consentiva di svolgere più comunicazioni contemporaneamente, senza interferenze.
Guglielmo Marconi, noto per aver sviluppato il telegrafo senza fili (radiotelegrafia), era un autodidatta che aveva studiato privatamente e aveva appreso i principi dell’elettromagnetismo in modo intuitivo ed empirico.
“Marconi non possedeva una laurea; era un autodidatta che aveva studiato privatamente e aveva appreso i principi dell’elettromagnetismo in maniera intuitiva ed empirica”, racconta il professor Marco Santagiustina, docente al Dipartimento di ingegneria dell’informazione all’università di Padova. “Era interessato principalmente agli sviluppi pratici di questa tecnologia piuttosto che alle basi scientifiche che ne spiegavano il funzionamento, differenziandosi così dalla maggior parte degli altri studiosi del suo tempo. Questi ultimi erano per lo più fisici sperimentali e teorici concentrati sulla comprensione del fenomeno delle onde elettromagnetiche, più che sulle possibili applicazioni per la comunicazione punto a punto. In questo senso, possiamo considerare Marconi come il Bill Gates o lo Steve Jobs del secolo scorso”.
Perché il telegrafo senza fili potesse davvero essere utilizzato per le comunicazioni via mare, il segnale inviato doveva essere in grado di superare ben più di due chilometri di distanza. Marconi lavorò per potenziare la trasmissione del segnale e migliorare la sensibilità in ricezione e trovò anche il sistema per filtrare il segnale.
Con il celebre brevetto 7777 sulla sintonia dei circuiti trasmettenti e riceventi, Marconi depositò i dettagli della tecnologia in questione, che veniva utilizzata sia in trasmissione che in ricezione. L’imprenditore fece sì che ogni nave e ogni stazione ricevente potessero sintonizzarsi sulla frequenza a cui veniva trasmesso il messaggio inviato, in modo tale da captare solo quello ed evitare così le interferenze. “Si tratta del principio secondo cui funzionano le nostre radio”, sottolinea Santagiustina. “Quando ascoltiamo una stazione radio, significa che siamo sintonizzati su una determinata frequenza a cui l’emittente sta trasmettendo”.
Il famoso **brevetto 7777** era stato preceduto da altri sette brevetti, tutti richiesti da Marconi e mirati al perfezionamento del suo sistema.
In occasione delle celebrazioni dei 100 anni della radio e dei 150 anni dalla nascita di Guglielmo Marconi, la Rai apre al pubblico lo storico Palazzo della Radio: Guglielmo Marconi – Prove di trasmissione, dal 24 aprile 2024 al 13 febbraio 2025, presso Palazzo della Radio via Asiago 10, Roma.
La mostra, patrocinata dal Ministero della Cultura e dal Comitato Nazionale, è promossa dalla Rai nel 150° anniversario dalla nascita di Guglielmo Marconi. Una ricorrenza che – nel 2024 – si accompagna ai 70 anni dalla nascita della televisione e ai 100 anni della radio e, anche per questo, la mostra intende celebrare da un lato il genio innovativo che per la prima volta concepì la possibilità di comunicare senza fili, e dall’altro l’azienda depositaria del servizio pubblico nato da questa nuova modalità di trasmissione delle informazioni.
Sede “naturale” dell’esposizione è il Palazzo della Radio di Via Asiago, che si avvicina anch’esso al proprio 100° anniversario e che non solo rappresenta il luogo dal quale in questo ultimo secolo sono partite le onde di trasmissione radio che hanno portato informazione e intrattenimento in tutto il Paese, ma conserva anche quella che fu la scrivania di Guglielmo Marconi, che per anni ne percorse i corridoi.
La mostra si focalizza, in particolare, sul periodo che va dai primi anni Venti alla prima metà degli anni Trenta, prima della scomparsa di Marconi, ovvero sugli esperimenti e sui viaggi che egli fece a bordo della fidatissima nave-laboratorio Elettra.
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