Questo mese parliamo di biopic, cioè film biografici, quelli che raccontano la vita di una persona realmente esistita, più o meno rielaborandola o più o meno basandosi su una biografia già scritta su carta. Un paio di esempi recenti, anche se credo che tutti abbiate capito di che film sto parlando: il celebratissimo Oppenheimer, di Christpher Nolan, candidato a 13 premi Oscar e basato su una biografia del 2005 e Napoleon, di Ridley Scott, candidato a 3 premi Oscar.
L’enciclopedia Treccani ci mostra una lunga e documentata storia del genere e lo suddivide al suo interno:
Al di là di una più ovvia distinzione dipendente dai generi affrontati, è possibile comunque indicare tre tipi fondamentali di film biografici. Il primo è quello che rievoca sovrani, condottieri o grandi uomini politici, in un rapporto continuo con le convenzioni del film storico. Una seconda categoria riguarda scienziati, artisti e altri esponenti della società civile. In entrambi i casi, l’attrattiva spettacolare poggia solitamente sul fascino della ricostruzione d’epoca, su un racconto aneddotico e sull’interpretazione di grandi attori; il rischio, invece, risiede in un accademismo sempre in agguato, quando scenografie, costumi e recitazione prendono staticamente il sopravvento. Un terzo tipo riunisce infine quei film che rievocano la vita di personalità legate al mondo dello spettacolo, come musicisti, ballerini, cantanti, attori: in questi casi, la ricostruzione biografica comprende spesso brani dei loro spettacoli, rimandando, per es., al musical o alla formula particolare del ‘cinema sul cinema’.
Non a tutti piacciono: leggete ad esempio l’intervista a Quentin Tarantino.
Per finire e per dare un’ulteriore spunto di discussione, ecco i migliori film su artisti di Didatticarte, in questi casi sono una forma di tributo all’arte del protagonista.
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