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Napoli di spalle

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Stella Succi, storica dell’arte e coordinatrice de Il tascabile, pubblica una conversazione con Lucia Tozzi e Giovanna Silva in occasione della pubbllicazine del loro libro “Napoli. Contro il panorama”.

Contro il panorama (nottetempo) è un  libro dedicato a Napoli che, come suggerisce il titolo, “volta le spalle al panorama”, con l’obiettivo di evitare la narrazione dominante del pittoresco. Il testo è di Lucia Tozzi, studiosa di politiche urbane e giornalista. Nata a Napoli, si trasferisce a Milano, nel quartiere Isola, in tempo per osservarne la trasformazione: da zona popolare a emblema della gentrificazione più spinta, suggellata dall’erezione del Bosco Verticale. Il suo ebook del 2020 Dopo il turismo (nottetempo) rivela le fragilità strutturali del turismo di massa, un sistema che distrugge l’ambiente, la cultura, le città, il lavoro.

Il libro è corredato dalle fotografie di Giovanna Silva, fotografa milanese con una formazione in Architettura.

Contro il panorama ricostruisce la storia urbanistica di Napoli dal Dopoguerra in avanti  riportando l’attenzione ai grandi interventi pubblici, e rivalutandone, in particolare, l’edilizia popolare, sia nelle sue funzioni sociali e culturali che a livello di qualità architettonica. Portare alla luce questa storia dimenticata, se non addirittura vituperata, vuol dire schierarsi contro chi vorrebbe vedere la città cedere definitivamente alle spinte della terziarizzazione e della turistizzazione, ormai ridotti da fini a mezzi per aumentare la rendita sul metro quadro. Le foto di Giovanna Silva restituiscono uno sguardo frammentato, osservano la città da vicino, ad altezza occhio, eliminando il contesto e lo skyline, attivando l’attenzione verso i dettagli architettonici e la sedimentazione del tempo e delle persone sugli edifici.

La chiaccherata oscilla continuamente tra Napoli e Milano, considerate in modo preconcetto come i due estremi concettuali della progettazione urbanistica italiana.

SS: Il rischio è che Napoli e Milano, in maniere diverse, diventino vetrine come Venezia o Firenze.

LT: Milano e Napoli hanno ancora delle strutture produttive, nulla ci vieta di puntare di nuovo su economie differenziate, dove la produzione industriale e manifatturiera hanno un ruolo importante. Quella specie di assioma da sussidiario delle elementari per cui l’economia primaria è primitiva, quella secondaria è mezzo e mezzo, quella terziaria è avanzata, è una grandissima cazzata! Penso che sia importante reintrodurre l’agricoltura in zone vicine e anche la produzione manifatturiera. A livello sociale permette alle persone di lavorare in maniera meno precaria. Non possiamo vivere solo di logistica e turismo.

 


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