Su suggerimento di @Brisso.
Nicola Lagioia intervista Aldo Busi a Montichiari, il paese natale dello scrittore che lo protegge senza stringerglisi troppo addosso, e forse addirittura gli vuol bene.
Eppure questa un tempo è stata per lui l’Arena. È qui – tra orti, conigli chiusi in gabbie coperte di iuta, salite polverose, canne della bicicletta su cui portare i figli dal dottore – che è cresciuto il Barbino di Seminario sulla gioventù nonché il fanciullo implicito di ogni libro successivo, giocandosi giorno per giorno la sopravvivenza o la resa rispetto al padre, la madre, i fratelli e un’intera comunità che altrimenti lo avrebbe distrutto. La barca che era pronta a rovesciarti in acqua adesso ti sorregge, ma comunque hai imparato a nuotare.
Tra incontri con i concittadini e limoni da mangiare con la buccia, Busi parla dell’essere di sinistra ma anticomunisti, di salute e di scrittura.
Immagine da Wikimedia Commons.
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