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Niccolò Leoniceno, il medico umanista all’origine della botanica moderna

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Sul numero 4 del 2020 del Notiziario della società Botanica Italiana è stato pubblicato (PDF) un interessante articolo sulla figura di Niccolò Leoniceno, medico e botanico vicentino.

Nicolò Leoniceno, medico e botanico nato a Vicenza nel 1428 e morto a Ferrara nel 1524, trascorse gran parte della sua lunga vita presso lo Studio Ferrarese e presso la Corte Estense. Profondo conoscitore del greco e del latino e raffinato umanista, destò scalpore pubblicando, nel 1492, un pamphlet sugli errori in materia medica di Plinio e di altri autori antichi. L’accusa mossa a Plinio era che questi, nella celebre opera “Naturalis historia”, avrebbe commesso non pochi errori nell’identificazione e nella descrizione delle specie vegetali. La pubblicazione suscitò una vivace polemica, in cui entrarono illustri figure dell’Umanesimo, quali Angelo Poliziano, Ermolao Barbaro, Pandolfo Collenuccio. L’analisi dello scritto del Leoniceno dimostra che in molti casi (benché non in tutti) la critica a Plinio era fondata. Bisogna notare, tuttavia, che la botanica dell’epoca classica e medievale non poggiava su categorie tassonomiche unanimemente accettate, né su un uso codificato dei nomi: per cui all’origine della disputa non stava tanto il vero o presunto uso errato dei nomi da parte di Plinio, quanto l’assenza di un sistema codificato di tassonomia e di nomenclatura. Si conclude che Leoniceno non fu soltanto il primo ad analizzare un testo classico con spirito critico e spregiudicato, ma fu anche il primo ad aprire una discussione su come si possa definire in modo certo il nome delle specie vegetali, tema che resterà cruciale nei secoli successivi.

Leoniceno irruppe nel campo della Botanica in modo tanto deciso quanto poco diplomatico, con l’opuscolo sugli “Errori di Plinio e di altri autori”, pubblicato la prima volta nel 1492. In questo scritto Leoniceno rilevava numerosi luoghi della “Naturalis Historia” di Plinio il Vecchio, in cui l’autore avrebbe descritto in modo errato le specie, o avrebbe frainteso il vero significato dei loro nomi.

Di questo illustre medico e botanico italiano parla anche RivistaNatura:

Da lì in poi la botanica si sviluppò e divenne una scienza in buona parte indipendente dai testi classici. Sempre in Germania, grazie al lavoro di Hieronymus Bock (1498-1554), Leonhart Fuchs (1501-1566), Valerio Cordo (1515-1544) e Otto Brunfels (1488-1534), le piante cominciarono a essere studiate e classificate nel dettaglio. Le illustrazioni presenti nei libri di botanica cominciarono a essere originali, basate sull’osservazione diretta e non più copiate pedissequamente da testi antichi. Le descrizioni per il riconoscimento delle specie divennero sempre più accurate e complete, e le applicazioni in campo medico ed erboristico sempre più approfondite e verificate. La sacralità dei testi classici venne finalmente superata, e lo studio dei vegetali divenne una scienza matura e indipendente. E una buona fetta di questo risultato si ottenne grazie al coraggio di uno scienziato italiano che osò sfidare la sacralità dei classici.


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