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Prendendo spunto da una discussione online con un’amica, Alessia Dulbecco riflette sugli stereotipi legati alla sessualità femminile. In particolare, la pedagogista si sofferma sul mito della verginità femminile, come era percepita in passato e come oggi viene declinata nel concetto di “virtù”, ossia la capacità di resistere alle attenzioni, al corteggiamento e al richiamo sessuale.

Pur riconoscendo gli enormi passi avanti fatti in questo senso – soprattutto fra i giovani – in materia di educazione sessuale, utilizzo della tecnologia per fare nuovi incontri, fino ad argomenti un tempo tabù come la pornografia e la masturbazione sessuale, bisogna sottolineare come l’idea dell’amore romatico abbia ancora una presa notevole nell’immaginario femminile, e così pure le attese della società riguardo a specifici comportamenti, come  l’importanza delle relazioni fisse, della coincidenza fra sesso e amore, e soprattutto il “mito della prima volta.

Gli stereotipi attorno a questo momento danneggiano entrambe le parti poiché comunicano ai maschi la necessità di non fallire, di mostrarsi competenti e navigati (ed è molto difficile essere preparati quando fai una cosa per la prima volta), mentre alle femmine trasmettono l’idea secondo cui la prima volta sarà necessariamente un momento magico, coronamento simbolico del grande amore.


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