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Nuova alba per il Sol Levante?

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Roberto Italia su ISPI parla delle nuove prospettive economiche del Giappone.

L’articolo parte da un fatto recente:

Martedì 19 marzo la Banca del Giappone ha deciso di aumentare il suo tasso d’interesse di riferimento da -0,1% a un intervallo tra 0 e 0,1%. È il primo rialzo dal 2007, che mette fine a otto anni di tassi negativi. L’annuncio dell’istituto centrale rappresenta solo l’ultima novità verificatasi all’interno dell’economia nipponica in questi mesi.

Negli ultimi decenni il Giappone non ha goduto di buona salute dal punto di vista della crescita, e molti dubbi sul futuro visto un debito pubblico importante (più del 250% del PIL), una demografia asfittica e politiche sia monetarie (bassi tassi di interesse) che economiche che non riuscivano a superare la fase di stallo. Ma la situazione sta cambiando.

Le sfide strutturali, tra debito e demografia, restano enormi e la congiuntura interna ha superato la sua fase di slancio. Tuttavia, dopo tre decenni “perduti” di malessere innescati dallo scoppio della bolla speculativa all’inizio degli anni Novanta, un punto di svolta sembra essere arrivato in Giappone su tre fronti: il rinnovato interesse per gli investimenti strategici, l’innesco positivo tra salari e prezzi con la possibilità di porre fine ad anni di stimoli monetari non convenzionali e la corsa degli indici azionari frutto delle riforme di corporate governance adottate dalle aziende quotate.

Archiviati gli esperimenti monetari, la macchina giapponese sembra essersi messa in moto, anche per i lavoratori

Ma ora anche le paghe base vengono riviste al rialzo sulla spinta delle pressioni inflazionistiche (e demografiche). Rengo, la principale confederazione sindacale giapponese rappresentante 7 milioni di lavoratori, ha comunicato i primi dati: ad oggi è stato concordato un aggiustamento medio salariale del +5,3% dopo il +3,6% strappato la scorsa primavera. È l’aumento maggiore in 33 anni. I grandi gruppi come Toyota, Hitachi, Panasonic, Toshiba e Nippon Steel hanno soddisfatto in pieno o ecceduto le richieste sindacali. Inoltre, secondo un sondaggio condotto dalla Camera di commercio e industria giapponese sulle piccole e medie imprese, più di un terzo di queste prevede di aumentare le retribuzioni almeno del 3%. È importante che le pressioni rialziste si riversino a cascata su tutta l’economia visto che le aziende di minori dimensioni rappresentano il 99,7% del totale e il 70% della forza lavoro.

Solo il tempo dirà se questa tendenza è un fuoco di paglia o meno.


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