un sito di notizie, fatto dai commentatori

I super-tappeti delle meraviglie

0 commenti

Oggi parliamo di una mostra che si è conclusa qualche mese fa a Palazzo Rosso a Genova. Ne parliamo perché questa esposizione è stata a suo modo un grande evento, visto che ha presentato per la prima volta al pubblico italiano  un numero rilevante di straordinari tappeti persiani del XVI secolo. L’eccezionalità del percorso espositivo sta soprattutto nell’aver riunito uno dei più importanti gruppi di tappeti savafidi, costituito da manufatti prodotti nella città di Kerman e denominato Sanguszko dal nome della nobile famiglia polacca che ne ha posseduto uno degli esemplari più noti.


La mostra è stata presentata anche in un articolo di Arte.it:

Si tratta di una serie di splendide opere d’arte create nel periodo safavide, alla metà del XVI secolo, da artisti di livello eccezionale.
Realizzati con la tecnica dell’annodatura, impiegando filati di lana, cotone e seta di altissima qualità, questi meravigliosi tappeti sono caratterizzati da un’incredibile varietà di figurazioni che alludono alle bellezze della terra e alla vita ultraterrena. Veri e propri ‘giardini portatili’, parchi di delizie popolati di animali, angeli e musici, erano tenuti in massima considerazione e considerati degni delle dimore più sontuose.
Dei quattordici Sanguszko ancora esistenti, otto saranno visibili nelle sale del primo piano di Palazzo Rosso, mentre gli altri sei, per dare un quadro completo di questa tipologia, saranno presentati sotto forma di riproduzioni. Al secondo piano dell’edificio, invece, il pubblico potrà ammirare altri quindici meravigliosi tappeti, tra i quali nove in originale e sei sotto forma di riproduzione, provenienti sia da Kerman, sia da altri centri di produzione persiani, come Tabriz o Mashhad.
Databili al XVI e XVII secolo, questi manufatti, alcuni dei quali in passato accostati al gruppo Sanguszko, contribuiranno ad ampliare il panorama dell’arte del tappeto nell’epoca Safavide, offrendo ai visitatori l’occasione per scoprire altre tipologie e differenti tipi di decori.

I giardini dell’antica Persia erano straordinarie realizzazioni che hanno influenzato profondamente tutta la cultura dei giardini nelle epoche successive. Veri paradisi in terra, questi giardini sono descritti nei poemi e negli scritti persiani e, soprattutto, sono rappresentati magnificamente nei disegni dei loro tappeti.

In questi giorni, sulle pagine di The Times,  Lindsay Allen in un articolo dal titolo Inside the crazy world of million-pound super-carpets (alt) racconta la mostra a Palazzo Rosso:

The frescoes of the Palazzo Rosso in Genoa, Italy, reach mythological heights in grand 17th-century apartments. In the galleries that now occupy them, one may admire masterpieces by Dürer, Van Dyck and Paolo Veronese. But as the sun set on a chilly afternoon in February, a select group of visitors gazed intently only at the floors. Occupying the centres of each room were carpets. At seven metres long, some turned stately audience halls into an encounter with fantastical landscapes. In the more intimate Sala dell’Inverno, a 16th-century expanse of Bordeaux and indigo wool pile lay on a platform dominating the room like a gilded dynast breathing his last. Carpets, and carpets alone, were the stars of the show.

e ne approfitta per tracciare un profilo storico e artistico di questi tappeti preziosi, arricchito di belle fotografie, compilando anche una breve guida sugli altri luoghi nel mondo dove sono visibili  i “super-tappeti”. Uno di questi, il tappeto della tigre, si trova a Milano, al museo Poldi Pezzoli:

Commissioned in the 16th century for a ruler, likely the Safavid Shah Tahmasp, addressed in a framing inscription as “Darius of the World” — evoking one of Iran’s most famous pre-Islamic kings — the Museo Poldi Pezzoli’s Tiger carpet is prowled by numerous creatures in addition to the big cats, amid dense flora sprouting on a claret field. The palazzo museum’s carpets are part of Gian Giacomo Poldi Pezzoli’s collection of fine art, including works by Italian and Flemish old masters.


Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.