In occasione dell’apertura di una mostra su Gauguin, un articolo del New York Times, ripreso dall’Independent, espone le varie posizioni sul senso e l’opportunità di esporre oggi le sue opere. Durante il suo periodo in Polinesia, infatti, oltre a dipingere i propri quadri più famosi, Gauguin intrecciò relazioni sessuali con ragazze adolescenti, sfruttando la posizione di privilegio che gli offriva il contesto coloniale. Secondo il curatore della mostra, è impossibile evitare oggi di porsi il problema. Alcuni critici distinguono fra l’artista e le sue opere: anche se la persona è criticabile, possiamo comunque apprezzare i suoi quadri, così come leggiamo testi di autori antisemiti come Celine. Per altri, però, il comportamento di Gauguin non può essere messo fra parentesi, e deve essere sottolineato allorché si espongono le sue opere. Come ha dichiarato un’altra curatrice, dopo ogni mostra:
another layer is peeled off the protection of history that he has somehow enjoyed. Maybe the time is ripe to take off more layers than before. What’s left to say about Gauguin is for us to bring out all the dirty stuff.
Immagine da Wikimedia.
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