un sito di notizie, fatto dai commentatori

Perchè gli adolescenti non sono più quelli di una volta

0 commenti

Richard Fisher su BBC Future affronta il tema dell’adolescenza e di come è cambiato il modo di vederla e persino di definirla nel corso del tempo.

Questa fase di transizione segna il passaggio dall’infanzia all’età adulta, ma la percezione dell’adolescenza varia a seconda della società e della sua evoluzione, del contesto storico e geografico.

Secondo Fisher una delle invenzioni culturalmente più significative del secolo scorso è stata proprio l’adolescenza perché prima questo concetto praticamente non esisteva. Gli adolescenti occidentali iniziavano infatti presto a lavorare, prima impiegati nell’agricoltura e, in seguito alla diffusione dell’industrializzazione, come operai nelle fabbriche. Nel XX le cose iniziarono a cambiare.

Prima della seconda guerra mondiale, il termine adolescente (o teen-ager) era stato occasionalmente usato, ma fu solo alla fine degli anni ’40 e ’50 che divenne più comune. In questo periodo, un certo numero di forze diverse convergono per far sì che ciò accada. Nei paesi ricchi, è diventato molto più probabile che un giovane rimanga a scuola per l’adolescenza.

Dopo la seconda guerra mondiale, gli storici notano anche che gli atteggiamenti sociali nei confronti dei diritti dei giovani sono cambiati in molte nazioni occidentali: la sensazione che i giovani avessero il dovere di servire i loro genitori si è indebolita e i loro desideri e valori hanno iniziato a essere ascoltati di più.

Il commercio è stato uno dei settori della società che ha ascoltato di più i bisogni degli adolescenti, per ragioni di profitto.

All’epoca si trattava di capitalizzare la ribellione, le hot-rod e il rock n’ roll. Oggi è TikTok e… beh, non saprei, dato che ho 41 anni. Ma il punto è che la percezione degli adolescenti come cool, trend-setting e influenti era – ed è ancora – tanto una creazione del commercio e dei media quanto un riflesso della realtà. La musica, la moda e il linguaggio degli adolescenti si propagano nel resto della società, sovraccaricati da industrie create per trarne profitto.

Secondo l’autore dell’articolo l’adolescenza oggi si protrae fino ai 25 anni, con un visibile rallentamento nel percorso di crescita verso l’età adulta.

Negli ultimi anni, la scienza ha anche dimostrato che l’adolescenza non finisce alla fine dell’adolescenza.
… l’evidenza suggerisce che, secondo molte misure importanti, l’adolescenza continua fino all’età di circa 24-25 anni. Alla fine dell’adolescenza, la pubertà può essere finita, ma lo sviluppo e la maturazione del cervello sono tutt’altro che completi.

Serve quindi un nuovo modo di definire quest’età e questi adolescenti più grandi devono essere riconosciuti come un gruppo distinto?  Dovremmo permettere loro di ritardare il loro ingresso nel mondo pienamente adulto della vita e del lavoro? I segni di questo cambiamento culturale potrebbero già essere in atto.

Nei 100 anni di vita dovremmo prendere in considerazione l’idea, nel periodo dei nostri 20 anni, di dedicarci a una nuova fase, l’esplorazione.

Le tue decisioni all’inizio della vita hanno un impatto su tutto il resto. Quindi è piuttosto assurdo che ci aspettiamo che le persone nella tarda adolescenza e nei primi anni ’20 prendano decisioni come la direzione che vogliono che prenda la loro vita. Dovrebbero invece avere un periodo di esplorazione del mondo e provare strade diverse.


Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.