Su suggerimento di @LaMamma.
Negli ultimi anni della sua vita Tolstoij condannò aspramente Shakespeare, spesso con parole durissime: “[he] might have been whatever you like, but he was not an artist”. E il suo dispezzo riferiva nello specifico all’opera “Re Lear”. Un altro autore, qualche anno dopo, fa un tentativo per spiegare che cosa stesse (probabilmente) succedendo. Quando sentiamo muovere una critica verso qualcosa o qualcuno spesso riteniamo di ricevere molti più elementi sul critico che sul criticato. Altro fenomeno: tendiamo a pensare che i grandi scrittori abbiano una specie di venerazione per chi li ha preceduti. Ne viene fuori un po’ di anarchia, tanto cristianesimo e qualche cosina a proposito dei critici che si ostinano a scrivere “rubbish”.
Immagine by Tschäff [CC BY-SA 2.0] via Flickr.
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