Il 9 gennaio è uscito in Italia Piccole donne di Greta Gerwig, settimo adattamento cinematografico del romanzo della scrittrice statunitense Louisa May Alcott. Su Slate è uscita una lunga recensione di Anaïs Bordages, le cui idee principali sono state riassunte in italiano da Giulia Siviero.
Dopo un’iniziale riflessione sulla posizione delle donne come registe e spettatrici nell’industria cinematografica contemporanea, Bordages analizza il film nel suo rapporto con il romanzo, a partire dalla scelta narrativa non lineare adottata dalla regista e dalla focalizzazione sulla vocazione artistica delle protagoniste. Bordages riflette infine sull’innovazione finale del film:
Dans un dernier coup d’esbroufe, Greta Gerwig substitue la traditionnelle fin romantique entre l’héroïne et son mari par une fin romantique entre l’héroïne et son œuvre. Le film s’achève sur une création (celle de Jo March, celle de Louisa May Alcott, et celle de Greta Gerwig), avec un montage plein d’emphase qui montre le processus d’impression et de publication du roman. Derrière la vitre, les yeux brillants, Jo attend de tenir le livre dans ses mains, et nous rappelle la vision des jeunes parents à la maternité contemplant leur progéniture. Elle sourit, et le générique apparaît.
così tradotta/parafrasata da Siviero:
Con un colpo finale, Greta Gerwig sostituisce la tradizionale fine romantica tra l’eroina e suo marito «con una fine romantica tra l’eroina e il suo lavoro. Il film termina con una creazione (quella di Jo March, quella di Louisa May Alcott e quella di Greta Gerwig), con un montaggio pieno di enfasi che mostra il processo di stampa e la pubblicazione del romanzo. Dietro il vetro, con gli occhi che brillano, Jo aspetta di tenere il libro tra le mani», ricordando una giovane madre che, dietro il vetro, contempla il figlio appena nato. E sorride, con il “nostro” libro tra le mani.
Un articolo del New Yorker approfondisce invece, sulla base del libro di Anne Boyd Rioux uscito nel 2018 (Meg, Jo, Beth, Amy: The Story of Little Women and Why It Still Matters), l’intreccio tra la biografia di Alcott e i destini delle sue “Little Women”.
Immagine da Wikimedia.
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