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Quando ‘Nevermind’ cambiò tutto

Quando ‘Nevermind’ cambiò tutto

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A cura di @NedCuttle21(Ulm).

Rolling Stone pubblica un estratto dal libro Serving the Servants. Ricordando Kurt Cobain, scritto dal manager dei Nirvana Danny Goldberg. Nel capitolo scelto dalla rivista, l’autore, ripercorrendo gli esordi della band statunitense fino al successo di Nevermind, propone un intimo ritratto del compianto Cobain agli albori della sua fama.

Alcuni, nella scena musicale di Seattle, si erano già fatti un’idea di ciò che stava per accadere. Jennie Boddy ricorda il momento in cui lei e Susie Tennant sentirono per la prima volta i Nirvana suonare i brani che sarebbero poi finiti su Nevermind in un locale chiamato Ok Hotel. «Hanno suonato “Teen Spirit” e “Lithium”, e noi siamo rimaste a bocca aperta. Susie non riusciva a capacitarsi di quanto fossero bravi. Perfino i tipi che pogavano sotto il palco riuscivano a rendersi conto di quanto spaccassero.»

Un mese dopo li rivide all’Off Ramp. «Grohl era diventato il loro batterista da poco, e sentire i nuovi brani suonati da lui era ancora più bello. Dopo il concerto, verso le due di notte, hanno chiuso il locale, ma dopo la pulizia siamo rientrate e loro hanno suonato per altre due ore. Kurt era felicissimo.»

A gennaio, mentre Nevermind era al vertice della classifica Billboard, il New York Times chiese al presidente della Geffen, Eddie Rosenblatt, di descrivere la strategia commerciale della casa discografica. Lui si limitò a rispondere: «Era uno di quei dischi alla “togliti di mezzo e schivalo”». “Smells Like Teen Spirit” aveva senza dubbio qualcosa di magico che aveva reso il lavoro facile per tutti, e la canzone sarebbe stata un successo a prescindere da chi l’avesse prodotta. Ma la band e la Dgc avevano impiegato molto tempo e molte energie per lanciare la carriera mainstream dei Nirvana nel migliore dei modi.

 


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