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Quelle lettere imbarazzanti di Luigi Einaudi a Benito Mussolini

Quelle lettere imbarazzanti di Luigi Einaudi a Benito Mussolini

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Lorenzo Catania su Avanti online prende spunto dalla recente pubblicazione di un saggio di Francesco Filippi (Ma perché siamo ancora fascisti?) per una breve riflessione sulla troppo facile politica di oblio attuata nel secondo dopoguerra.

Tra gli altri anche Luigi Einaudi andrebbe riletto, per alcune lettere a Mussolini dove l’economista – che mai aderì al fascismo – chiosa passaggi come:

Mussolini non perseguita gli ebrei; non licenzia a centinaia i professori. Ha chiesto ad essi bensì un giuramento, ma poi li lascia liberi nelle loro opinioni scientifiche; non dà ascolto agli asini, che da sé si dicono fascisti, per cacciar di seggio studiosi innocui accusati come antifascisti. Mussolini non brucia libri sulle pubbliche piazze e lascia ad Hitler il vanto di ripetere l’incendio della biblioteca di Alessandria. Egli non epura le Accademie e rispetta la scienza


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