Il Fatto Quotidiano racconta una recente indagine a Reggio Calabria, che ha visto l’arresto di quella che è stata definita un’associazione criminale di vigili urbani: ambulanti e negozianti taglieggiati, sequestri di merce non autorizzati, mazzette per evitare sanzioni. Operazioni che venivano effettuate con la connivenza di aziende private legate al mondo della criminalità organizzata.
Il meccanismo, scrive, era “semplice e collaudato: i due pubblici agenti individuavano le autovetture da controllare perché i loro proprietari non avevano provveduto a pagare l’assicurazione o erano proprietari di mezzi sottoposti a fermo”, e facevano loro “chiaramente intendere che avrebbero potuto evitare di essere esposti a sanzioni ove avessero preferito consegnare il mezzo a Stelitano, gestore del deposito, versando una somma tra i 150 e i 250 euro per la rimozione e il trasporto”. In questo modo, accettando la “soluzione gentilmente offerta” dai vigili indagati, i privati avrebbero evitato la contestazione della sanzione amministrativa e potuto persino trovare una soluzione agevole per rottamare un mezzo che non usavano più”
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