La commissione PEGA, istituita dal Parlamento europeo per investigare il presunto abuso di spyware nell’Unione, questione sollevata dall’inchiesta giornalistica internazionale nota come Pegasus Project (dal nome dello spyware Pegasus, prodotto da NSO Group), andrà in Grecia e a Cipro a inizio novembre per intervistare i principali testimoni e indagare sull’utilizzo di questi strumenti di sorveglianza invasiva (software malevoli che monitorano e spiano tutta l’attività di un dispositivo – non solo Pegasus ma anche altri, come vedremo) contro politici e giornalisti. In particolare il riferimento specifico di questa missione è alla vicenda del leader del partito socialista greco Nikos Androulakis, che ha presentato una denuncia dopo che le stesse autorità del Parlamento europeo avevano rilevato tracce di uno spyware noto come Predator sul suo telefono. Ma non è l’unico caso, e pochi giorni fa una ventina di giornalisti greci o che lavorano in Grecia hanno scritto una lettera a PEGA in cui chiedono alle autorità di controllare i loro dispositivi perché ritengono di essere stati a loro volta un bersaglio, riferisce Balkan Insights.
Lunedì la commissione PEGA ha anche pubblicato una lettera in cui chiede alla direttrice esecutiva dell’Europol, Catherine de Bolle, di proporre ulteriori indagini su questo genere di sorveglianza in Europa (il nuovo mandato Europol lo permette da giugno). Il testo della missiva è una bordata:
“Dal luglio 2021 [data di uscita delle inchieste giornalistiche Pegasus Project, ndr] abbiamo assistito a una serie di rivelazioni sull’uso illegittimo di spyware contro i cittadini”, recita la lettera. “Tra i bersagli ci sono giornalisti, politici, ONG e funzionari pubblici, ad esempio in Ungheria, Polonia, Spagna, Grecia e nella Commissione europea. Il commercio di spyware, sia all’interno dell’Ue che nelle esportazioni dall’Ue verso Paesi terzi, coinvolge molti altri Stati membri. L’uso ingiustificato di spyware mette a rischio i valori sanciti dall’articolo 2 del Trattato dell’Unione europea, come la democrazia, lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti fondamentali, e costituisce una minaccia significativa per la sicurezza informatica all’interno dell’Ue. Inoltre, vi sono prove di atti criminali. Sono infatti in corso indagini giudiziarie in diversi Stati membri, oltre a un’indagine penale da parte del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti.”
Continua a leggere su Guerre di Rete, la newsletter
Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.