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Storia delle mie neurodivergenze: esperienze e diagnosi

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Immanuel Casto, cantautore, attivista per i diritti LGBTQ+ e attuale presidente del Mensa Italia, in un video della durata di circa 37 minuti racconta di come la sua vita è stata influenzata dalle diagnosi di neurodivergenza ricevute a seguito della sua ricerca di spiegazioni ai comportamenti che lo hanno caratterizzato sin dall’infanzia.

Immanuel Casto, nome d’arte di Manuel Cuni, racconta di come sia stato possibile che una persona che rientra nel 2% di popolazione con Q.I. superiore a  132 (test  Wechsler Adult Intelligence Scale) o a 147 (test di Cattell Culture fair intelligence test), abbia imparato ad allacciarsi le scarpe solo dopo i 18 anni e che abbia così tante difficoltà a relazionarsi con gli altri.

La prima diagnosi è stata quella di DSA (Disturbo Specifico dell’Apprendimento) ricevuta subito dopo aver concluso il liceo. Durante lo svolgimento degli esami gli è stato somministrato un test per la valutazione del quoziente intellettivo che ha quantificato ciò di cui, in famiglia ma anche in ambito scolastico, le persone che lo conoscevano si erano accorte da tempo: il suo Q.I., per quanto riguarda la cosiddetta “intelligenza logica”, era molto al di sopra della media della popolazione.

La diagnosi successiva, arrivata qualche anno dopo, è stata quella relativa alla Sindrome di Tourette, della quale Immanuel stesso ammette di soffrire le manifestazioni tipiche come l’ecolalia e l’emissione di parole casuali, spesso necessarie ad alleviare il suo stress nel trovarsi “costretto” a comportamenti per lui faticosi.

L’ultima diagnosi, forse quella più importante nello spiegare i suoi atteggiamenti, è stata quella che lo ha inserito fra gli adulti che soffrono di un disturbo dello spettro autistico, in particolare gli è stato riconosciuto di far parte delle persone che manifestano quell’insieme di condizioni che era definita Sindrome di Asperger, e che ora viene identificata come “autismo ad alto funzionamento”.


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