The Guardian ha recentemente pubblicato una galleria di immagini dedicate a Irakl Khvedaguridze, un medico di 81 anni che lavora in un vasto territorio montuoso della Georgia. Il medico si occupa dell’assistenza alla comunità che vive in Tusheti e arriva dai suoi pazienti cavalcando il suo cavallo, Bichola. Quando nevica troppo Khvedaguridze si sposta a piedi.
Anche il National Geographic lo scorso anno aveva raccontato la sua storia in un articolo di Nadia Beard. Le fotografie sono di Tomer Ifrah.
Regardless of the elements, he never visits a patient without first packing a knife, a box of matches, food that will last for at least two days, and a hunting rifle—along with his stethoscope and other medical supplies. Such is the life of this 80-year-old mountain doctor.
Per Khvedaguridze la vita sarebbe stata molto più semplice altrove, ma lasciare Tusheti avrebbe reciso il legame con la sua terra e i suoi pazienti.
Despite his devotion, the day eventually will come when he can no longer handle it here. “I will leave,” Khvedaguridze says. “I don’t know if the next doctor will risk their life for this.”
Il villaggio principale di Tusheti è Omalo. The Guardian un paio di anni fa aveva pubblicato un reportage curato sempre da Nadia Beard e con le fotografie dello stesso Tomer Ifrah proprio da Omalo, nel quale analizzava l’impatto della recente scoperta di questa regione da parte del turismo di avventura che, se da un lato era stato la salvezza economica della zona, dall’altro suscitava preoccupazioni per l’impatto sulle antiche tradizioni e i costumi locali.
The recent upswing in tourism in Georgia has boosted what is a small and slow-growing economy, and for places like Tusheti, it’s filling a gap left by the shrinking shepherding tradition that’s been the core of Tush culture for centuries. For hikers and adventure seekers, their journey begins with braving the road to enjoy the hiking and wild beauty of Tusheti, and to stay in traditional wooden houses in Omalo or camp in the mountains.
Una curiosità: nel nostro immaginario il cavallo bianco ha un posto molto speciale. Però il mantello dei cavalli bianchi è normalmente definito grigio in quanto questi cavalli hanno la pelle scura, gli zoccoli scuri e un mix di peli bianchi e neri. Il cavallo bianco è invece molto più raro, ha zoccoli chiari, cute rosata e peli bianchi, occhi azzurri. Quindi la maggior parte dei cavalli chiamati bianchi in realtà sono cavalli grigi e come tale viene indicato il loro mantello.
Detto grigio o leardo è un mantello formato da peli bianchi e neri mescolati. Il grigio varia dal bianco candido al grigio scuro. La particolarità di questo mantello è che alla nascita l’animale si presenta di colorazione molto scura, che però si incanutisce progressivamente con l’età, solitamente dopo il primo anno. È così detto anche il mantello comunemente definito bianco, poiché la cute è grigia.
Su segnalazione di Fringuellino: “Hookii si era già interessato qualche anno fa delle montagne georgiane, con questo bel reportage sulla transumanza in quelle zone”: Le immagini di una transumanza fra le montagne georgiane
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