Un articolo pubblicato su Il Tascabile propone un’analisi della produzione letteraria nordcoreana rivelandone gli obiettivi politico-ideologici.
In Incanto (매혹), ad esempio, un racconto apparso sul Chosŏn Munhak nel 1998, viene fatta una ricostruzione fittizia dell’incontro avvenuto nel 1994 a Pyongyang tra l’ex Presidente Jimmy Carter e Kim Il Sung. Nel 1994, i due Paesi erano ai ferri corti a causa dei programmi nucleari portati avanti dalla Corea del Nord. Carter fu il primo ex presidente americano (nel 1994 il Presidente era Bill Clinton) a mettere piede in Corea del Nord. Ma in Incanto ricopre un ruolo marginale perché è narrato interamente dal punto di vista di sua moglie Rosalynn che, arrivata a Pyongyang con il marito, alla vista di Kim Il Sung, si innamora perdutamente.
Mentre i Carter sospettano continuamente che il leader nordcoreano stia per tendergli qualche trappola, Kim si dimostra invece amichevole e fiducioso. Per gran parte del testo, viene descritto il bagliore delle sue guance, il sorriso caldo e il timbro della sua voce. In uno scambio tra Kim e Rosalynn Carter, si legge:
Mentre il Leader dirigeva il suo caldo sguardo verso Rosalynn, lei sorrideva vivacemente e diceva che avrebbe voluto portarlo nella città di Pocatello, nell’Idaho, nel nord-ovest americano. Conosciuta come la “Città del Sorriso”, ha emanato una legge che stabilisce che “tutti i cittadini devono portare il sorriso sul viso”, e ogni anno ospita un grande Festival del Sorriso. (…) Leader, fino ad ora credevo che mio marito Jimmy avesse il sorriso più brillante e accattivante… Ma il suo sorriso (rivolgendosi a Kim Jong Il) è davvero come il sole. Se andasse in quella città, sicuramente tutti i cittadini accoglierebbero con entusiasmo il suo sorriso. E sicuramente vincerebbe il primo premio.
Immagine da Wikimedia Commons
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