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Tre semplici modi per proteggere la propria tomba

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Su suggerimento di @Ander Elessedil

 

Katy Meyers, antropologa statunitense, prende spunto per questo articolo dalla notizia che la polizia di Potsdam, in Germania, ha avviato le indagini sulla sparizione del teschio e di altre parti dello scheletro di F.W. Murnau, il regista del leggendario film muto “Nosferatu”.

La cripta di famiglia dei Murnau deve la sua fama proprio a quel film, uno dei capostipiti del genere horror, e viene segretamente visitata da decenni. Oltre al furto e alla violazione della cripta al suolo, all’interno, è stata ritrovata della cera, il che fa pensare a cerimonie di qualche tipo, a sfondo esoterico, durante le quali sono state rimosse (o distrutte?) parti dello scheletro.

La razzia di tombe, sia per rubare oggetti o arredi sia per profanare i cadaveri, non è ovviamente una tradizione recente. Nel passato era ancora più sentito il problema data la fame di cadaveri che attanagliava le facoltà di medicina, dove buoni pezzi erano ben pagati, qualunque fosse la loro origine, soprattutto fra sedicesimo e diciannovesimo secolo, agli albori della scienza medica.

Per proteggere il proprio eterno giaciglio sono state ideate, nel tempo, varie soluzioni e la dottoressa Meyers ne illustra brevemente tre:

1) Pistole da cimitero:
in sostanza delle trappole che vengono fatte scattare inciampando in un filo teso in punti strategici del cimitero. Compito dei guardiani era nasconderne il meglio possibile la posizione e disinserirle durante il giorno. Utile anche contro lupi o altri animali in cerca di un pasto facile. Se può sembrare molto da Indiana Jones, al Museum of Mourning Art del cimitero di Arlington è possibile ammirare alcuni esemplari;

2) Una bara con sorpresa incorporata:
due inventivi abitanti dell’Ohio nel diciannovesimo secolo idearono due soluzioni molto simili. Philip Clover di Columbus progettò di inserire all’interno della bara un fucile che si sarebbe attivato se qualcuno avesse sollevato il coperchio, sparando palle di piombo sul malcapitato. Questo “coffin-torpedo” aveva, nelle intenzione di Clover, lo scopo di “prevenire la resurrezione non autorizzata del cadavere”.
Ancora nell’Ohio un giudice, Thomas Howell di Circleville, ideò un sistema somigliante ma più con le caratteristiche di una mina anti-uomo che quelle di un fucile automatico.
Il dispositivo era posizionato sopra la bara mentre una lastra d’acciaio proteggeva il cadavere. Se questa lastra veniva disturbata si azionava la mina che, nella pubblicità del dispositivo (ovviamente era in vendita), aveva lo scopo di far diventare “carne macinata” chiunque osasse disturbare il riposo del defunto;

3) Una “Mortsafe”:
in sostanza una robustissima rete d’acciaio che circonda la bara, parzialmente sepolta nel terreno. Una soluzione molto in voga in Europa, specialmente in Gran Bretagna. L’idea era di rimuoverla una volta avvenuta la decomposizione, ma erano così ostiche da rimuovere che alcune sono ancora lì, dopo centinaia di anni, a proteggere una bara e il suo contenuto.

 

Immagine “F W Murnau 01” di Ignoto – http://www.bielefeld-marketing.de/ftp/bilderarchiv/bielefeldbewegt/bb30_04_1a.jpg. Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons


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