Cosa ci possiamo aspettare dalla nuova amministrazione Trump per quanto riguarda le politiche digitali? E che dinamiche si creeranno con le politiche e le leggi europee?
Stiamo parlando di questioni come la governance dell’AI, il rapporto dei governi con le grandi piattaforme e i social media, la produzione di chip e le regole sull’export, la gestione di acquisizioni e le politiche antitrust.Partiamo dalle piattaforme. Con Biden, le Big Tech si sono trovate con maggiori pressioni da parte degli organi di controllo di Washington. La Federal Trade Commission, l’agenzia federale a protezione dei consumatori e per la prevenzione di pratiche commerciali anticompetitive, ha bloccato alcune fusioni della Silicon Valley. Più in generale, il Dipartimento di Giustizia e la FTC hanno avviato vari procedimenti e indagini per pratiche anticompetitive, anche contro Microsoft, OpenAI e Nvidia, cioè l’avamposto software e hardware americano nel campo dell’intelligenza artificiale. Nel mirino antitrust sono finite pure Amazon, Apple e Google.
Nel frattempo, al di qua dell’Atlantico, c’è tanta carne al fuoco. Già lo scorso marzo la Commissione europea apriva un’inchiesta su Google, Apple e Meta per sospetta violazione della legge sui mercati digitali (Digital Markets Act). Inoltre, sempre a marzo, l’Unione europea sanzionava Apple con una multa da 1,84 miliardi di euro, in seguito alla denuncia della svedese Spotify. Secondo la Commissione, Apple avrebbe abusato della sua posizione dominante per impedire agli sviluppatori di app di streaming musicale di informare gli utenti iOS su servizi di abbonamento musicale alternativi e più economici disponibili al di fuori dell’app (e di includere link ai loro siti). Un comportamento illegale secondo le norme antitrust dell’UE.
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