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Tutti gli esuberi del finanzcapitalismo

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Su suggerimento di @daimon

 

In questa intervista pubblicata su minima&moralia il sociologo Luciano Gallino parla della trasformazione del passato capitalismo produttivo nell’attuale capitalismo dei mercati finanziari, analizzata nel suo ultimo libro, Finanzcapitalismo.

Bisognerebbe intendere la produttività, come in fondo è intesa dalle organizzazioni internazionali come l’Ocse, come valore aggiunto per ora lavorata. Si tratta dunque di una produttività che non dipende dal ritmo più o meno frenetico con cui il tecnico, l’impiegato o l’operaio lavora, ma dall’invenzione, dall’originalità del prodotto, dall’innovazione dell’organizzazione complessiva della produzione. Molti tra coloro che scrivono di produttività lasciano intendere invece che per produttività si debba assumere il numero di oggetti prodotti per ogni ora lavorata. […] Direi dunque che la flessibilità è un nemico fondamentale della produttività per tanti motivi, ma nell’ambito di cui parliamo lo è soprattutto perché disincentiva alla radice la formazione.

Immagine tratta da Pixabay.


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