Filosoficamente recensisce «Uccideresti l’uomo grasso? — Il dilemma etico del male minore», di David Edmonds, un tomo dedicato alla carrellologia.
La riflessione etica è ben nota, ma gli esempi infiniti nelle varianti. La quarta di copertina riassume:
Un carrello ferroviario fuori controllo corre verso cinque uomini che sono legati sui binari: se non sarà fermato li ucciderà tutti e cinque. Vi trovate su un cavalcavia e osservate la tragedia imminente. Tuttavia, un uomo molto grasso, un estraneo, è in piedi accanto a voi: se lo spingete facendolo cadere sui binari, la notevole stazza del suo corpo fermerà il carrello, salvando cinque vite, anche se lui morirà. Voi uccidereste l’uomo grasso?
Questi «rompicapo morali», sicuramente bizzarri, hanno impegnato i filosofi per mezzo secolo. Il nostro giudizio verso l’esperimento e le azioni cambia a seconda dell’impostazione (gli attori, il loro numero, ma anche gli strumenti usati — una botola che aziona una leva è diversa da una spinta).
Edmonds ripercorre i tentativi di studiare il problema, partendo dalle considerazioni dei filosofi fino ad arrivare alle neuroscienze (quali ormoni e tossine fanno propendere per una decisione piuttosto che l’altra?).
Sebbene parte del mondo accademico consideri queste riflessioni artificiali, speciose e con nessuna attinenza nella realtà, Edmonds ricollega il dilemma a casi concreti, a partire dalle professioni mediche; la scelta rimane tra deontologia kantiana e utilitarismo benthamiano.
Immagine: Cmglee, Illustration of the original and four variants of the trolley problem.
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