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Una settimana in Amazon

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Internazionale ripropone, con la traduzione di Fabrizio Saulini, un reportage sulle condizioni di lavoro all’interno dello stabilimento Amazon di Swansea, nel Galles, realizzato per l’Observer dalla giornalista britannica Carole Cadwalladr nel 2013. Nel corso dell’articolo la Cadwalladr prova anche anche far luce sui contratti e sui meccanismi di assunzione.

Se Babbo Natale pagasse i suoi elfi temporanei il minimo salariale, li spremesse ai limiti della direttiva europea sull’orario di lavoro e li licenziasse se prendono tre permessi per malattia in tre mesi, sarebbe un paragone calzante. E, probabilmente, l’elusione fiscale non è uno dei valori fondanti del modello d’impresa di Babbo Natale, come osserva Brad Stone, autore del libro The everything store: Jeff Bezos and the age of Amazon. Babbo Natale non ha l’abitudine di intimidire i concorrenti come invece fa Amazon. Lo sostiene Mark Constantine, il fondatore dei cosmetici Lush, l’ultimo a denunciare l’azienda di Jeff Bezos all’alta corte del Regno Unito. Babbo Natale non è stato mai convocato dalla commissione dei conti pubblici della camera dei comuni né definito “immorale” dai parlamentari del Regno Unito.

Per una settimana sono stata anch’io un elfo di Amazon. Ho avuto un contratto interinale attraverso un’agenzia del lavoro di Swansea. A quanto pare non sono l’unica giornalista ad aver avuto l’idea: a fine novembre Panorama, un programma della Bbc, ha mandato in onda un servizio girato nello stesso magazzino con una telecamera nascosta. Per un attimo ho perfino temuto che Adam Litter, il giornalista della Bbc in incognito, mi avesse ripreso mentre io lo intervistavo in segreto: sarebbe stato il più grande paradosso della storia dell’informazione. Fortunatamente non è successo, ma non è un caso se l’attenzione dei giornali e delle tv si concentra sulla più grande azienda online del mondo. Amazon è il futuro dello shopping: un lavoro da “collaboratore” in un “centro logistico”, per usare il linguaggio dell’azienda. È il futuro dell’occupazione, e pagare meno tasse possibili è il futuro del business globale. Un futuro in cui le multinazionali avranno più potere dei governi.

 

Immagine da PxHere

 

 


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