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You want to make a Memory?

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A cura di @Emanuela
Elena* è una donna che soffre di intolleranza al contatto fisico con altre persone, precisa e affidabile ha ossessione per la perfezione e si mostra totalmente anaffettiva. Elena giudica tutti negativamente, disprezza l’ umanità, vuole una vita diversa, ma non può averla. I ricordi di Elena e la sua memoria le storpiano la vita, i ricordi di una madre che non le aveva concesso mai una carezza o un abbraccio. Una madre che sostituiva l’ affetto con il rimprovero. Elena si sente rifiutata dal suo mondo, ossia da quello che per un bambino rappresenta tutto il proprio mondo, sua madre non ha alternativa di comportamento che rifiutare a sua volta. E’ un comportamento che le consente di pareggiare i conti, ma è un comportamento che si attua in modo sistematico e all’infinito. Elena diventa come sua madre, pur odiandola. E’ il passato di Elena a condizionare il suo presente, ma il passato vive solo ed esclusivamente nella propria memoria, perché non è materiale. E una traccia mnestica può essere cancellata, sostituita, modificata con un trapianto di memoria.
La metodica del Rêve Eveillé consente tramite un sogno ad occhi aperti di effettuare un’indagine psicologica e per la risoluzione dei conflitti intra-psichici, con l’attivazione dell’Immaginario e la ricerca “della sublimazione degli istinti”. Il passo che oggi una nuova teoria, sviluppata dal Prof. Giulio Cesare Giacobbe, sta compiendo è quello di utilizzare la metodica del Rêve Eveillé per costruirsi una nuova memoria. Il meccanismo consisterebbe nel sostituire nell’ immaginario della persona traumatizzata episodi non realmente vissuti, ma felici o liberatori. Nel caso di Elena la madre anaffettiva diventerebbe premurosa, disponibile, accogliente.
Nel caso di una vittima di stupro, la vittima risolve l’ angoscia del trauma simulando una reazione, in realtà non avvenuta, allo stupro con l’ uccisione dello stupratore. Questo sarà il nuovo ricordo da portare avanti, quello che consentirà di dare uno svolgimento diverso al proprio futuro.
Che sia realmente possibile? E in tal caso, sarebbe etico impiantare “falsi ricordi”?
Già in laboratorio i ricercatori del RIKEN-MIT hanno provato ad impiantare dei falsi ricordi nei topi per comprendere come sia possibile ricordare cose mai avvenute. Una volta individuate le cellule preposte a determinati ricordi si immettono dei contenuti e quindi si altera la memoria creando ricordi falsi.
Il Dr Tonegawa e il suo team hanno creato con successo un falso ricordo nei topi geneticamente modificati manipolando cellule engram e l’ippocampo, una parte del cervello che svolge un ruolo nel formare e conservare ricordi di esperienze. Per impiantare il falso ricordo, i ricercatori hanno seguito un percorso un po’ tortuoso: hanno innanzitutto utilizzato topi in cui cellule engram dell’ippocampo possono essere attivate tramite impulsi di luce. Mettendo i topi in una scatola “A”, hanno capito quali cellule conservassero il ricordo della scatola A. Hanno poi trasferito i topi in un’altra scatola “B”, e hanno attivato pero’ le cellule che conservavano il ricordo della scatola A, allo stesso tempo somministrando un lieve shock elettrico che spaventasse i topi. In questo modo hanno associato alla memoria indotta della scatola A un ricordo spiacevole, in maniera del tutto artificiale dato che i topi stavano nella scatola B. Una volta reinseriti nella scatola A, dove in teoria nessuna esperienza negativa era accaduta, i topi hanno sentito ugualmente paura, dimostrando l’induzione del falso ricordo.

Ma come funzionano queste cellule Engram? una nuova ricerca ci dice che quando si verifica l’apprendimento, piccole popolazioni di neuroni vengono attivate ​​contemporaneamente in diverse regioni cerebrali interessate a questa esperienza, e diventano cellule engram. Queste popolazioni cellulari engram formano reti preferenziali in tutte le regioni del cervello che probabilmente rappresentano il luogo della memorizzazione delle informazioni stesse. In parallelo, le connessioni sinaptiche tra le cellule engram sono rinforzate e facilitano l’accesso permettendo di essere facilmente recuperate quando è necessario un ricordo. Queste duplice proprietà delle cellule engram forniscono valore adattativo per l’organismo: reti sinaptiche stabili consentono ricordi a lungo termine per essere conservati per tutta la vita. D’altro canto, cambiamenti dinamici nella forza sinaptica permettono l’organismo di modificare rapidamente e reversibilmente la relativa accessibilità di memorie esistenti, senza il costo di perderla completamente.

Questo significa che è possibile sovrapporre ricordi positivi a quelli negativi vissuti, ma anche che è possibile riaprire i cassetti della memoria per chi l’ abbia persa nelle strade del proprio cervello.

Immagine By John Mainwaring (1735-1807) [Public domain], via Wikimedia Commons

*Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti é puramente casuale.


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