un sito di notizie, fatto dai commentatori

Il declino della manifattura: una barriera verso lo sviluppo dei paesi più poveri [EN]

7 commenti

Su suggerimento e a cura di @paolo_paolo_ppa

Pubblichiamo il terzo articolo dello speciale del Wall Street Journal dedicato al destino demografico del pianeta, parlando di manifattura, che è stata la rampa di lancio dei paesi più sviluppati, secondo uno schema che si è ripetuto regolarmente in diversi continenti.

The U.S. and Europe—and East Asia more recently—first got rich because of their factories. Over time, as incomes rose and their economies became more sophisticated, they shifted into modern services like health care and finance.

Questo effetto propulsivo si è fatto però sempre più debole col passare dei decenni. Ne hanno potuto trarre vantaggio ancora la Corea del Sud e la Cina, ma in India (e in Africa) lo schema non ha funzionato altrettanto bene:

Harvard economist Dani Rodrik, who began compiling data on manufacturing world-wide a few years ago, says he is seeing growing evidence of what he calls “premature deindustrialization”—the idling or shrinking of manufacturing sectors as a share of the economy in poor countries like India that never industrialized very much in the first place.

Ci sono ovvie ragioni per questo, come la debolezza delle infrastrutture e delle istituzioni, ma anche ragioni più profonde: la concorrenza della Cina e la riduzione delle importazioni dai paesi più sviluppati.

Industrial latecomers now have to compete against China, whose massive, integrated manufacturing machine has made it the world’s factory floor and created a huge barrier to entry. Tariffs are falling and trade is becoming freer, making it tougher for developing countries to shelter their producers from foreign competition.
And, as developed countries age, there are signs that global demand for everything from cars to furniture is plateauing. Since the 2007-2008 financial crisis, world exports and imports have been expanding more slowly than world economic growth for the first time in decades.
“The room for newcomers is getting narrower,” Mr. Rodrik said. “I doubt that we’re going to see a repeat of history.”

Il deficit della bilancia commerciale dell’India con la Cina ha raggiunto i 48 miliardi di dollari (2,5% del PIL indiano).

Un altro fattore citato dal WSJ è l’automazione, che fa sì che l’apertura di fabbriche non generi domanda di manodopera. Secondo la International Federation of Robotics la vendita di robot industriali è aumentata in Cina del 56% tra il 2013 e il 2015, una ritmo che sembra essere una tendenza anche per i prossimi anni, visto il basso tasso di automazione dell’industria cinese (36 robot industriali ogni 10000 lavoratori in Cina, contro i 478 della Corea del Sud, 315 del Giappone e 292 della Germania).

 

Immagine di TheLeadSA via Flickr, CC BY 2.0


Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.