Su suggerimento di @Andreas
Il Messaggero Veneto dà notizia in questi giorni del primo licenziamento di un lavoratore assunto con le nuove regole dettate dal Jobs Act: in un’azienda in provincia di Udine, la Pigna Envelopes di Tolmezzo, un 31enne che era stato assunto pochi mesi fa grazie al Jobs Act ha ricevuto la lettera di licenziamento, con la motivazione di “un calo della produzione”.
Il giudizio sull’abolizione dell’articolo 18 da parte dell’operaio, che aveva lasciato un altro posto di lavoro per avvicinarsi alla famiglia, è piuttosto netto:
Aveva ragione chi lo difendeva. Qui è finito tutto, la riforma è una falsa promessa di miglioramento […] Se ti parlano di “tutele crescenti” e firmi un indeterminato, vivi con una certa tranquillità. Ti fidi no? Invece scopri che era tutto frutto della tua immaginazione, o della propaganda.
Mentre Massimo Albanesi, segretario regionale della Fistel Cisl, il sindacato di riferimento per il settore dei cartai di cui la Pigna Envelopes fa parte, commenta:
Le modalità con cui questo [licenziamento] sta avvenendo conferma i dubbi e le critiche che, come sindacato, avevamo avanzato al Jobs act e alle nuove norme intervenute sull’articolo 18. Ed è anche la dimostrazione che i lavoratori “a tutele crescenti” vengono trattati allo stesso modo dei precari.
Immagine di Klearchos Kapoutsis via Flickr, CC BY 2.0
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