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Un popolo di poeti, ma chi li legge oggi?

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Su suggerimento di @Hater Parisi @_smoothschiattiglia.

Luca Vaglio inizia la sua inchiesta sul mondo della poesia italiana contemporanea con una domanda difficile: sapreste fare qualche nome di poeta italiano di età compresa tra i settanta e i quarant’anni?

Se non vi viene in mente niente (e quindi date ragione a quel che sostiene l’inchiesta) la seconda segnalazione ci offre una riflessione sulla poesia di Patrizia Cavalli (di cui potete trovare alcune opere qui e qui):

La poesia di Patrizia Cavalli, dietro una forma apparentemente quotidiana e autobiografica, mostra in realtà una forte tensione speculativa, cui va riconosciuta un’aspirazione genuinamente filosofica. […] La minuziosa tessitura metrica, la lingua fluida ed esatta, le intricate architetture di rime, sono i ricercati strumenti che aprono il varco per questa liberazione, le chiavi e i “ferretti storti” che dischiudono l’ingresso a una superiore, impersonale e più beata natura del poeta (che, però, non differisce concretamente in nulla dalla sua esistenza quotidiana).

***

Ah, smetti sedia di esser così sedia!
E voi, libri, non siate così libri!
Come le metti stanno, le giacche abbandonate.
Troppa materia, troppa identità.
Tutti padroni della propria forma.
Sono. Sono quel che sono. Solitari.
E io li vedo a uno a uno separati
e ferma anch’io faccio da piazzetta
a questi oggetti fermi, soli, raggelati.
Ci vuole molta ariosa tenerezza,
una fretta pietosa che muova e che confonda
queste forme padrone sempre uguali, perché
non è vero che si torna, non si ritorna,
al ventre, si parte solamente,
si diventa singolari.

Immagine by Sylvie Detaille [CC BY 2.0] via Flickr.


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