Su suggerimento di @Spi.
Per molti anni dopo la seconda guerra mondiale l’FBI ha fatto ricorso ad una tecnica pseudo-scientifica per ottenere sentenze definitive. Questa tecnica consisteva nell’analizzare gli aspetti fenotipici (spessore, colore, eccetera) dei capelli, sulla base della convinzione che “è molto difficile che due persone diverse abbiano tutti questi parametri simili”. Nonostante nessuno studio serio è mai stato effettuato che dimostrasse questa affermazione (confrontando per esempio la distribuzione in gruppi etnici diversi), spesso l’unità di analisi microscopica dell’FBI veniva chiamata a testimoniare la colpevolezza sulla base di tali dati.
L’articolo racconta la storia di questa pratica, soffermandosi sul caso di Kirk Odom, accusato di aver legato, stuprato, minacciato e derubato una giovane donna nel 1981, all’età di 18 anni. Nel suo caso, nonostante un buon alibi e l’assenza di altre prove convincenti (la prima descrizione dell’aggressore che la donna aveva visto solo in penombra non combaciava nemmeno esattamente) fu condannato a 22 anni di prigione e 9 di libertà vigilata.
Fu infine scagionato completamente, grazie all’operato dell’avvocato Sandra Levick, che aveva da poco vinto un altro caso simile. Dopo aver scoperto la pratica, si era data ad uno studio dei processi in cui questa teoria pseudo-scientifica era stata utilizzata come prova, ed aveva scoperto il caso di Kirk Odom. Un’analisi del DNA ha allora permesso di controllare lo sperma dell’aggressore (rimasto sulla vestaglia della vittima) con quello di Odom, provandone l’innocenza. Va ricordato che la prova del DNA non era disponibile prima della fine degli anni ’80.
L’articolo racconta anche la storia di Fred Whitehurst, ex dipendente dell’FBI che per primo denunciò la pratica. Dopo aver scoperto che un suo collega del laboratorio scientifico aveva depositato una falsa testimonianza (secondo lui veniva utilizzata solo “perché portava alle condanne”), scrisse 237 lettere in 6 anni ai suoi superiori, senza ottenere benefici e anzi rovinando la sua carriera.
Anche Donald Gates spese 28 anni in prigione per una falsa accusa di violenza e omicidio, sulle basi delle stesse scarse prove. Dopo che fu riconosciuto innocente, a titolo di risarcimento, gli vennero dati 75$ e un biglietto dell’autobus per tornare in Ohio.
Immagine CC BY-ND 2.0 di martin da flickr
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