Le tridacne giganti sono uno degli animali marini più iconici del nostro immaginario. Un articolo di Hakai magazine, con molte foto, descrive le caratteristiche di questi molluschi, che possono raggiungere un metro di lunghezza, mezza tonnellata di peso e vivere fino a cent’anni.
Le tridacne vivono in simbiosi con una specie di alga che cresce all’interno del mantello (la parte di carne all’interno del guscio) e dà a questi molluschi un aspetto estremamente colorato: la tridacna assorbe parte dell’energia fornita da quest’alga e ha perfino delle cellule (i “buchi” fosforescenti che si vedono nelle immagini) che trasmettono la luce all’interno del corpo, in modo da poterne ospitare il più possibile.
La tridacna ha sempre colpito l’immaginazione degli uomini, come racconta un articolo di Atlas Obscura: nel corso dei secoli molte conchiglie giganti, considerate una meraviglia della natura, sono state raccolte ed esportate in lungo e in largo, decorate in maniera raffinata e trasformate in sculture o in fonti battesimali. Nel corso del diciannovesimo secolo, inoltre, si diffuse la leggenda per cui le tridacne potevano chiudere le proprie valve con tale forza da catturare un uomo e ucciderlo: perfino la Marina statunitense si sentì obbligata a istruire i suoi uomini su come sfuggire all’attacco di una tridacna.
In realtà non sono mai stati riportati casi di vittime umane di questo mollusco e, come spesso accade, siamo stati invece noi a spingere le tridacne sull’orlo dell’estinzione. In molte parti del Pacifico la carne di tridacna è sempre stata un cibo apprezzato e in tempi più recenti il suo consumo si è diffuso in Cina e a Taiwan, dove è considerato un afrodisiaco. Le autorità dell’area stanno cercando di proteggere questi animali, anche se si scontrano con molte difficoltà: Palau, un paese con ventimila abitanti, ha creato una riserva marina grande quanto la California, ma ha solo due imbarcazioni a sorvegliarlo. Più successo sta avendo un programma filippino per allevare le tridacne: gli scienziati sono arrivati a creare una nursery di 30.000 esemplari, che potranno poi essere trasferite in altre zone del paese.
Immagine Wikimedia Commons
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